"Forse era meglio la nostra Prima Repubblica?"

Le ultime vicende politiche viste da tre ex parlamentari. Il Pd ringrazia Morgoni che dopo due mandati non si ricandiderà

Migration

di Franco Veroli

Legislatura interrotta in anticipo, anche una personalità di spessore europeo come Mario Draghi costretto a gettare la spugna e una situazione nazionale che rischia di peggiorare ulteriormente. La reazione degli italiani sotto l’ombrellone, alla notizia che si voterà già a settembre, è stata un misto di rabbia e di rassegnazione. Oggi proponiamo un’altra chiave di lettura: la crisi politica e le prospettive secondo tre parlamentari maceratesi della cosiddetta Prima Repubblica.

Intanto, come aveva anticipato l’interessato al Carlino qualche giorno fa, il deputato uscente del Pd, Mario Morgoni, non si ripresenterà. L’assemblea provinciale dei Dem lo ha ringraziato per il servizio svolto in questi anni a favore del territorio. "Il governo Draghi è stato assassinato, mandanti ed esecutori sono ormai a tutti chiari: Lega e Forza Italia hanno premuto il grilletto della pistola fornita da Conte - scrive in una nota il segretario provinciale Pd, Angelo Sciapichetti -. Nella legislatura appena passata con senso di responsabilità ha accettato di sostenere scelte drammatiche quanto difficili. Ora non è più tempo di equivoci e compromessi. Il Pd deve portare avanti i suoi temi riprendendo un percorso riformista: salario minimo, correzione - per evitare abusi e storture - ma non abolizione, del reddito di cittadinanza, perché chi non ce la fa deve essere aiutato; sanità pubblica, ambiente inteso come bene comune, sostegno alle piccole e medie imprese, aumento dei redditi più bassi, abbattere il cuneo fiscale e garantire una mensilità in più per i redditi sotto a 25 mila euro annui". Servono competenza, passione, coerenza "per andare a parlare con i cittadini che pensano che la caduta del governo Draghi sia stata una mazzata e un’offesa per i sacrifici fatti".