GIANCARLO FALCIONI
Cronaca

Frane, animali morti ed erbacce. Ecco quel che resta della ciclovia

Il percorso di Fontescodella nell’abbandono: aperto da poco più di un anno, era costato 185mila euro. A giugno la rottura di una conduttura ha provocato un grosso cedimento: la strada ora è sbarrata.

Frane, animali morti ed erbacce. Ecco quel che resta della ciclovia
Frane, animali morti ed erbacce. Ecco quel che resta della ciclovia

L’avevano ribattezzata "ciclovia", ma agli occhi di chi ci si avventura somiglia più a un percorso a ostacoli: vegetazione incolta, strada franata, staccionate divelte e animali morti. Si presenta in queste condizioni la pista ciclopedonale di Fontescodella, il primo anello (di poche centinaia di metri di lunghezza) di un percorso più ampio che dovrebbe collegare la zona a ridosso del palazzetto dello sport al polo scolastico di via Roma, agli istituti di via Cioci e infine al terminal di piazza Pizzarello e ai giardini Diaz. Quei pochi che provano a imboccare la ciclovia – a piedi o sui pedali – capiscono fin dall’ingresso cosa li aspetta. La rastrelliera per le biciclette, le panchine piazzate dall’amministrazione comunale e il cestino sono circondati dall’erba. Stesso discorso per lo stradello, invaso dal canneto e dalla vegetazione. Sulla pista, da giorni, ci sono anche un piccione e un topo morti. Poco più sotto, la staccionata di legno è danneggiata in diversi punti. Anche il maltempo dei mesi scorsi ha fatto la sua parte. In alcuni tratti il percorso è coperto di terra e detriti. In corrispondenza di un ponticello, l’asfalto è stato portato via dall’acqua. Ma soprattutto, a inizio giugno, la rottura di una conduttura dell’acqua ha provocato il cedimento di una grossa porzione della ciclovia: da tre mesi la stradina non c’è più, è franato tutto, e la pista si interrompe. Chi vuole può proseguire attraverso un altro percorso e imboccare la stradina di campagna che sbuca all’altezza del passaggio a livello di via Roma. Per la cronaca: la ciclovia – aperta da poco più di un anno – è costata 172mila euro, più 13mila di progettazione. "Soldi buttati", aveva sentenziato nei mesi scorsi Alberto Cicarè, consigliere comunale d’opposizione.