di Asterio Tubaldi
Giorni di intense trattative fra i rappresentanti sindacali Giuliano Caracini della Femca Cisl Marche, Romina Maccari della Filctem Cgil e la Rsu per scongiurare, o si spera almeno di attenuare, gli effetti della cassa integrazione ordinaria che tra una settimana, giovedì 20 ottobre, scatterebbe per 100 lavoratori su 125 in forza alla Fratelli Guzzini, la nota ditta leader nella produzione di materie plastiche, situata in contrada Mattonata di Recanati.
Una doccia fredda che coinvolge insomma i quattro quinti del totale dei dipendenti e proprio per questo viene vissuta con spirito di non eccessiva preoccupazione perché, come spesso accade quando si ricorre a questo strumento, si è in presenza di un calo temporaneo degli ordinativi sia dall’Italia che dall’estero destinato con il tempo a rientrare. La cassa integrazione ordinaria sarebbe operativa sino al 13 gennaio prossimo in base a quanto comunicato dalla stessa azienda alle organizzazioni sindacali e alla rappresentanza sindacale interna.
Si prevede, inoltre, che si articolerà con una riduzione dell’orario di lavoro per tutti i dipendenti interessati e che riguarderebbe tutte le varie aree, dalla produzione alla logistica, dagli acquisti alla qualità, passando per la tecnica, il commerciale, il marketing e l’amministrazione. All’origine della cassa integrazione non c’è il caro bollette, che pure pesa sui costi aziendali, perché a livello economico e fiscale non può essere richiesta per questo motivo in base alla normativa vigente.
Per la prossima settimana è previsto un incontro da parte dell’azienda con i sindacati e il giorno dopo si svolgeranno le assemblee con i lavoratori. La Fratelli Guzzini Spa è un’azienda italiana produttrice di articoli di design per la tavola, la cucina e l’arredo in materiale plastico pregiato, fondata da Enrico Guzzini a Recanati nel 1912 e oggi guidata da Domenico Guzzini. L’ultimo bilancio depositato da Fratelli Guzzini Spa nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2021 e riporta un range di fatturato di oltre 30 milioni di euro aumentato del 29,62% rispetto a 2019. Tanto che con la busta paga di luglio i dipendenti si erano ritrovati addirittura a percepire un bonus carburante ed energia. Ma i tempi, come vediamo, cambiano velocemente in tutti i settori.