Macerata, furti a raffica nelle case: "Rubati i nostri gioielli, ladri a colpo sicuro: ora mettiamo l’allarme"

Nel mirino appartamenti di via Spadoni e del quartiere San Francesco: "Presi oggetti per migliaia di euro, è triste doversi abituare a questo". E i re sidenti si organizzano per un gruppo di controllo del vicinato

Furti a Macerata, nella foto Patrizia Pezzanesi

Furti a Macerata, nella foto Patrizia Pezzanesi

Macerata, 28 marzo 2023 – Furti a raffica nei quartieri di via Spalato e San Francesco: colpiti in particolare due appartamenti in via Spadoni e le abitazioni che confinano con i giardinetti di via Prezzolini. "La parte peggiore è sentire che bisogna farci l’abitudine, sapere che qualcuno è entrato nelle nostre case ci provoca malessere interiore, una sensazione di disagio e insicurezza, come un vuoto". Sono le parole dei residenti di via Spadoni, un angolo tranquillo nella parte bassa di via Spalato, di fronte alla scuola IV Novembre: Patrizia Pezzanesi e Simone Coccia rivivono i momenti in cui hanno scoperto che degli estranei si sono introdotti in casa loro, alcuni giorni fa, portandosi via gioielli e oggetti per migliaia di euro.

Nella via spuntano cartelli, scritti dalla moglie di Simone Coccia, con un appello accorato: "Fate attenzione – si legge –, in questo quartiere girano i ladri. A te, ladro, potresti ridarmi almeno l’anello con la pietra azzurra? Era di mia nonna". "Siamo stati fuori un paio di giorni, il weekend del 19 marzo – racconta Coccia –, i ladri hanno agito in quel lasso di tempo, probabile quindi che ci tenessero d’occhio. Al nostro ritorno, domenica alle 19.30, abbiamo trovato la serratura chiusa dall’interno, con due mandate e il catenaccio. Lì per lì abbiamo pensato che qualcuno avesse occupato la casa. Abbiamo chiamato la polizia. Dentro, ci siamo accorti che avevano rotto il vetro della portafinestra, sul lato posteriore del palazzo che si affaccia su via Roma, se erano in due non devono aver fatto molta fatica a raggiungere il balcone, magari salendo uno sulle spalle dell’altro". Una volta dentro, l’amara sorpresa: "Abbiamo tre camere – riprende Coccia –, una, chiaramente non abitata, non è stata toccata, in un’altra hanno solo tirato giù un giaccone dall’armadio e nell’ultima hanno preso dei gioielli, in particolare l’anello, con un punto luce da circa 1.500 euro, che per mia moglie aveva un particolare valore affettivo. In tutto, avranno preso sui 2.500 euro di roba. Resta, dopo, un certo malessere, un senso di disagio, di vuoto. Chissà se si riesce a vedere qualcosa dalle telecamere di Villalba. Non abbiamo mai considerato la zona pericolosa, il nostro è un angolo tranquillo, con poco traffico, la scuola e il supermercato a due passi". Tutti qui sono in allerta: stanno organizzando un gruppo WhatsApp, una specie di controllo del vicinato, per aiutarsi l’un l’altro nel prevenire furti e altro. Dopo il colpo a casa di Coccia, mercoledì scorso è stato il turno della dirimpettaia, Patrizia Pezzanesi: "Sono rientrata verso le 19.45 – ricorda –, quel pomeriggio non c’era nessuno in casa, un fatto anomalo perché di solito qualcuno c’è sempre. Mi sono fermata un po’ qui fuori a chiacchierare con la vicina, poi, quando ho provato a infilare la chiave, mi sono accorta che la porta era chiusa dall’interno. Sono stata titubante perché sapevo cosa era accaduto ai vicini appena tre giorni prima. Poi mi sono fatta coraggio e sono riuscita a entrare".

Ho subito notato la portafinestra spalancata – prosegue –, era stato spaccato il vetro all’altezza della maniglia. Nelle stanze tutto in ordine, ma sembra che siano andati a colpo sicuro perché hanno aperto solo il cassetto del mio comodino, da lì hanno preso circa 2.000 euro tra gioielli e alta bigiotteria, ma pure braccialettini di nessun valore, del tipo da uova di Pasqua, che dovevo regalare a una bimba. Poi qualche oggetto da un contenitore. È strano perché ad esempio l’orologio di mio marito, che era in bella vista, non l’hanno toccato. Forse i ladri sono stati disturbati dai rumori e sono fuggiti. Una delle ipotesi della polizia è che mi abbiano sentito parlare fuori dal palazzo quando stavo rientrando". Non è il primo furto per Patrizia: "Dieci anni fa misero a soqquadro la casa, quell’episodio mi fece piangere – le parole di Pezzanesi –, questi invece non dovrebbero essere dei professionisti. Quando ho visto che la casa era in buone condizioni mi sono quasi sentita sollevata. Poi, però, ripensandoci, mi sono resa conto che qualcuno aveva messo le mani tra le mie cose e ho iniziato a chiedermi se mi stanno spiando. La cosa più brutta è che senti quasi che devi abituarti ai furti. E intanto c’è la rabbia di dover spendere soldi per proteggersi". Coccia ha subito installato l’allarme, Pezzanesi lo metterà a giorni. Sul muretto, nel punto in cui sono passati i ladri, è comparsa una chiazza di cera rossa: "Forse, ci hanno spiegato, un segnale, una specie di codice per indicare che queste case sono facilmente accessibili", spiega Pezzanesi.