
"Guardi, incontrerò i sindaci lunedì prossimo. Sono sempre aperto al confronto. Ma non è vero che è tutto fermo. Certo la partita da giocare è complessa, ma il lavoro che sto portando avanti ha un riferimento chiaro: acqua pubblica in mano pubblica". Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Aato 3 di Macerata, si dice fiducioso sulla partita della nuova governance per la gestione dell’acqua, anche perché evidenzia come il termine di scadenza per dare vita ad un gestore unico sia la fine del 2024. "In realtà siamo a buon punto, stiamo anche preparando un cronoprogramma dettagliato", afferma.
Quanto al fatto se la scelta del gestore unico potrà arrivare da un confronto e da un percorso unitario tra le forze politiche, Gentilucci esprime un auspicio. "Mi auguro che tutti i sindaci lavorino in funzione dei cittadini che rappresentano e, quindi, per una soluzione conseguente, per garantire acqua di qualità e per ridurre le tariffe". E questo, per il presidente, significa solo una cosa: il gestore unico dovrà essere una società di primo livello (ipotesi da tempo caldeggiata dal fronte del centrodestra, ma duramente avversata da diversi primi cittadini di centrosinistra), i cui soci sono i Comuni e solo residualmente le attuali società che gestiscono il servizio idrico.
"A nostro avviso – ragiona il presidente dell’Aato 3 – la normativa è chiara. Più chiediamo pareri legali, più approfondiamo la questione, più si consolida la convinzione che non c’è alternativa alla società di primo livello. Vedremo nei fatti chi opera nell’interesse dei cittadini", conclude deciso. Gentilucci, dunque, tira dritto. Il confronto, però, al di là delle intenzioni, diventa difficile, perché questa soluzione è già stata contestata da diversi sindaci, che la giudicano sbagliata e pericolosa per i Comuni. Secondo i critici, con una società di secondo livello ci sarebbe da remunerare le vecchie gestioni per un importo stimato di oltre 200 milioni di euro, con il rischio di pesanti conseguenze anche sulle tariffe".
f. v.