
Il recanatese Giuseppe Giampaoli, per 25 anni direttore generale del Cosmari, è uscito indenne dall’ennesimo processo a suo carico
"Quante volte sono stato indagato o finito a giudizio? Guardi, sinceramente non lo so, ho perso il conto. Diciamo che sono tante, almeno sette/otto, se non di più. Ma non sono mai stato condannato. Avevo e continuo ad avere fiducia nella giustizia e nella magistratura, pur avendo dovuto affrontare momenti un po’ pesanti". Giuseppe Giampaoli, dal 1997 fino al 2022 direttore generale del consorzio diventato poi Cosmari srl, di cui poi (fino alla fine dello scorso agosto) è stato vicepresidente, si dice sereno e sollevato per essere stato recentemente assolto, per avvenuta prescrizione, dall’accusa di non aver seguito le corrette procedure nello smaltimento dell’amianto trovato nelle macerie del terremoto.
"Anche se – prosegue – non è finita qui. C’è ancora un procedimento aperto a mio carico inerente a un affidamento diretto che secondo l’accusa non avrei potuto fare. Vedremo come andrà a finire". L’ultima assoluzione di questi giorni è riferita ad una vicenda che risale al 2019, ma che si è sommata a diverse altre contestazioni mosse nei suoi confronti, diverse delle quali risalgono anche a periodi precedenti. "Nel 2015 – racconta Giampaoli – dopo il vasto incendio che si sviluppò nella notte tra l’8 e il 9 luglio, sono finito sotto processo con l’accusa di non aver garantito la sicurezza del centro selezione rifiuti urbani da raccolta differenziata. Nel novembre 2021, però, sono stato assolto con formula piena. Stessa assoluzione, in precedenza, dall’accusa di traffico illecito di rifiuti, anche se in quella occasione ho vissuto i momenti peggiori. L’indagine, infatti, era stata condotta dalla Direzione investigativa antimafia: essere in qualche modo messo in relazione ad associazioni malavitose, con accuse infamanti, sapendo della propria innocenza, fa piuttosto male. L’assoluzione arrivata nel marzo 2019, però, mi ha ripagato del difficile periodo vissuto".
Giampaoli è finito sotto accusa anche per i cattivi odori emanati dall’impianto dell’organico, per lesioni colpose e altro, sempre nelle vesti di direttore generale a cui fanno capo tante responsabilità. "Ecco, chi riveste certi ruoli sa che può incappare in errori in buona fede che comportano sanzioni amministrative, e credo che nessuno, a partire da me, ne sia esente: tutti possono sbagliare. E sa anche che in uno stato di diritto può finire indagato. Io penso, però, che ognuno debba fare il suo mestiere e, quindi, bisogna lasciar lavorare la magistratura e attendere l’esito dei procedimenti con serenità".
A Giampaoli, che ora da pensionato si gode il riposo, un po’ di amarezza e qualche dubbio, però, restano. "L’accusa di traffico illecito dei rifiuti mi ha ferito, anche perché ho il forte sospetto che in quella fase si volesse sfruttare la situazione per distruggere Cosmari. Non sono mai stato accusato di concussione o corruzione. Sono una persona onesta".