"Gianmarco, il mio ragazzo d’oro"

Tamberi civitanovese per un giorno. La madre Sabrina: "Scelsi l’ospedale per partorire con il dottor Moriconi"

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di Giuliano Forani

Cittadinanza onoraria al campione olimpionico Gianmarco Tamberi. Lo chiede l’ex direttore dei Teatri Alfredo Di Lupidio, in segno di riconoscenza verso un campione che a Civitanova è nato e oggi porta in giro per tutta Italia e nel mondo il nome della città. Ma qual è la vera storia di Gianmarco civitanovese? Non è quella che si è diffusa qualche tempo fa, nel 2016, quando l’atleta, varcando l’asticella dei 2,39 metri, si aggiudicò i Mondiali di Portland, ripetendosi poi agli Europei di Amsterdam. I giornali dettero logicamente ampio risalto all’exploit di questo ragazzo stravagante, che aveva battuto i più grandi campioni della specialità. E da allora si diffuse la notizia che era nato a Civitanova, al termine di un avventuroso viaggio di ritorno. Era il primo giugno del 1992 e l’auto dovette necessariamente far sosta perché a mamma Sabrina erano cominciate le doglie. Le cose non andarono così. L’ufficio anagrafe cittadino conferma la notizia dei natali nel reparto civitanovese, allora diretto dal dottor Antonio Jannino, e che il giorno dopo il nome di Gianmarco venne trascritto all’anagrafe del comune di Camerano dove risiedeva la famiglia Piastrellini, e dove tuttora vivono mamma e parenti. A spiegarlo è proprio mamma Sabrina, per telefono. Una conversazione breve e non facile, tra un trillo e l’altro di cellulari e un vocìo diffuso di festa. Chiamavano da ogni parte per complimentarsi e sapere di più. E lei rispondeva personalmente a tutti. Con gran fatica, com’è immaginabile, con i congiunti a darle una mano nell’intercettazione delle chiamate per poi smistarle di volta in volta a lei. "Gianmarco è venuto al mondo a Civitanova – dice –, perché a seguire la mia gravidanza era il dottor Sergio Moriconi, un ginecologo amico di famiglia, che allora prestava servizio nella divisione di ostetricia e ginecologia di quell’ospedale. Noi abitavamo a Camerano, la trascrizione all’ufficio anagrafe del nostro comune avvenne subito. Poi la famiglia si è trasferita ad Offagna, dove vive tuttora mio marito mentre io sono ritornata a Camerano".

Gianmarco vive con lei? "No, Gianmarco vive ad Ancona, per conto suo". Signora Sabrina, un bel caratterino, suo figlio! Esuberante, simpatico, travolgente... "Sì, un bel carattere e un ragazzo d’oro, molto generoso. È esattamente così come l’abbiamo visto tutti in tv. Anzi, per essere più precisi, è ritornato a essere il Gianmarco incontenibile e pieno di esuberanza, dopo la vittoria di Tokyo – ha precisato –. Non sono mancati, però, momenti bui nell’ultimo periodo: è successo dopo il grave incidente di cinque anni fa, quando dovette rinunciare alle Olimpiadi e temeva di non poter tornare più in pedana. Il ragazzo, però, ha un carattere determinato, tenace, disposto a fare ogni sacrificio pur di raggiungere i suoi obiettivi e mettere a frutto il suo talento. La medaglia d’oro è un premio non solo all’atleta che ha saltato più alto di tutti, ma anche al giovane che ha saputo sacrificarsi".

La conversazione finisce qui, anche perché diventa sempre più arduo percepire la voce della signora Sabrina sommersa nel mare magnum della gioiosa confusione che regna in questi giorni nella famiglia Piastrellini. Civitanovese per un giorno, quindi, Gianmarco, ma tanto basta per far volare alto il nome della città. Allora, la domanda posta da Di Lupidio: gliela diamo questa cittadinanza?