Giovanni Antico muore dopo quattro mesi di agonia

In coma per l’incidente col pulmino della società sportiva, Appignano lo piange: "Per i nostri calciatori era un padre"

L'incidente; Giovanni Antico

L'incidente; Giovanni Antico

Appignano (Macerata), 13 febbraio 2020 - Dopo quasi quattro mesi di coma, Giovanni Antico (da tutti conosciuto come Giordano) non ce l’ha fatta. Ieri mattina, è morto all’hospice di San Severino, dove era ricoverato. Il 67enne era un po’ il "papà" dei tanti calciatori dell’Appignanese, di cui si prendeva cura da anni e oggi lo ricordano con tanto affetto.

Antico non è mai riuscito a riprendersi dal terribile incidente che gli era capitato il 24 ottobre dell’anno scorso quando, poco prima delle 18, all’altezza del mobilificio Giessegi, aveva perso il controllo del pulmino della società sportiva, che stava guidando, e si era andato a schiantare contro un albero, dopo avere sfondato una recinzione.

Le sue condizioni erano apparse subito gravissime ai soccorritori, perché nell’impatto aveva perso conoscenza e nonostante fosse stato intubato e rianimato, non si era mai ripreso. Antico è rimasto ricoverato per circa un mese all’ospedale di Torrette, dove era stato immediatamente trasferito in eliambulanza il giorno dell’incidente, poi visto che le sue condizioni non accennavano a migliorare, era stato spostato a Camerino e poi definitivamente all’hospice di San Severino, dove ieri è morto.

Non si era mai sposato, ma aveva scelto di dedicare il suo impegno alla crescita dei tanti ragazzi dell’Appignano calcio, per cui era pronto a fare praticamente di tutto, non solo seguirli nella pratica sportiva, ma anche asciugare loro i capelli oppure accompagnarli poi a casa dopo gli allenamenti.

"Giordano era una persona impagabile, disponibile e sempre pronta ad aiutare gli altri – lo ricorda Claudio Camilletti, presidente dell’Unione sportiva Appignanese –. Non si era mai spostato e aveva deciso di spendere il suo impegno non solo all’interno dell’associazione, che ha seguito come dirigente per oltre dieci anni, ma in tutto il paese, dove era conosciuto e amato. Per i ragazzi ha fatto molto, li seguiva non soltanto come dirigente, ma spesso anche in campo, come guardalinee, e quando li accompagnava a casa".

La salma è stata trasferita al centro funerario di via dei Velini, a Macerata, in attesa che sia fissato il funerale. In segno di lutto, l’Appignanese non è scesa in campo, ieri sera, per la gara di Coppa Marche, che avrebbe dovuto vederla opposta alla Leonessa di Montoro.