LUCIA GENTILI
Cronaca

Il giuramento di Alessandra: “A 19 anni in Accademia, sarò ingegnere dell’Esercito”

Fileni ha lasciato Camerino (Macerata) nel 2021 per la Scuola navale di Venezia, ora nuova vita a Modena. “È una passione innata, il mio sogno è lavorare per lo sviluppo delle forze armate”

La camerte Alessandra Fileni giurerà venerdì nel cortile d’onore dell’Accademia militare di Modena

La camerte Alessandra Fileni giurerà venerdì nel cortile d’onore dell’Accademia militare di Modena

Camerino (Macerata), 4 marzo 2025 – Ha lasciato la sua città, Camerino, a 15 anni con un sogno: entrare nell’Esercito. Ora ha 19 anni e venerdì giurerà fedeltà alla Repubblica italiana nel cortile d’onore all’Accademia militare di Modena. È la storia di Alessandra Fileni, allievo ufficiale del 206° corso “Dignità”. Oltre a lei ci sono altre 33 donne e 125 uomini. Per cinque anni studierà per diventare ingegnere dell’Esercito. Nata a San Severino e residente a Camerino, prima di entrare in Accademia ha frequentato il Liceo scientifico alla Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia, dove si è appassionata in particolare alla voga veneta e alla vela. Venerdì, per il giuramento, saranno presenti i genitori Flavia e Francesco, le sorelle Elisabetta, Maddalena e Camilla, di 24, 22 e 3 anni, e nonna Rosa. La commozione è assicurata.

Cosa l’ha spinta a scegliere la carriera militare e, in particolare, l’Esercito italiano?

“Credo sia una passione innata, fin da bambina, nessuno in famiglia ha seguito questa strada. La scelta di intraprendere questa carriera è stata in gran parte influenzata dall’esperienza vissuta alla Scuola militare. Sebbene abbia avuto un’esperienza nella Marina militare italiana, sono convinta che l’Esercito si allinei di più con le mie aspirazioni, sia in termini di formazione accademica che di opportunità professionali come ingegnere. Può dare tanti sbocchi, spunti e opportunità”.

Le donne sono ben integrate in questo ambito?

“Sì, veniamo trattati tutti alla stessa maniera, senza distinzioni di età o sesso”.

In che modo la formazione ricevuta in Accademia ha cambiato il tuo modo di pensare?

“Mi ha insegnato ad affrontare le difficoltà con un approccio ottimista, sempre orientato alla ricerca di soluzioni efficaci. Le sfide che ho incontrato mi hanno permesso di imparare da ogni situazione, rafforzando la consapevolezza che l’addestramento, in quanto asse portante, rappresenta la base per la crescita e la formazione di ogni militare”.

Quali sono state le difficoltà principali all’inizio?

“La disciplina, che mi ha messo subito alla prova. E la distanza da casa, dagli affetti. Sia da Camerino che da Venezia. Durante i primi mesi di questo percorso, ho vissuto momenti di nostalgia legati alla lontananza dalla mia realtà precedente nella Scuola militare. Tuttavia, sono riuscita ad affrontarli grazie ai valori che l’Accademia mi ha trasmesso, come la tenacia e la resilienza. Inoltre, il sentimento di unità con i miei colleghi ha giocato un ruolo fondamentale. Questo spirito di fratellanza si esprime nel motto dell’Accademia, “Una Acies“ (Un’unica schiera, ndr), che viene ripetuto quotidianamente ogni mattina durante la cerimonia dell’alzabandiera, rinforzando così il concetto di unità come fondamento della nostra vita militare”.

Ogni quanto torna a Camerino?

“Sono tornata a Natale l’ultima volta e tornerò a Pasqua, non abbiamo molte licenze. Ma i nostri familiari possono venirci a trovare ovviamente”.

Ha vissuto il periodo del terremoto?

“Sì facevo la prima media quando c’è stato il sisma. Siamo stati fuori casa un paio di mesi, da nonna, perché casa nostra, pur essendo agibile, era in zona rossa”.

Come convincerebbe un giovane o una giovane a seguire il suo stesso percorso?

“La prima motivazione riguarda l’opportunità di contribuire attivamente al progresso dello Stato italiano, svolgendo compiti fondamentali come lo sviluppo e la sperimentazione di nuove tecnologie, cruciali per l’innovazione della Forza armata. La seconda motivazione è la forte crescita personale che questo percorso favorisce, soprattutto a livello di valori e principi, un aspetto che segna profondamente il cammino di chi sceglie questa carriera”.

Qual è il suo sogno?

“Il prossimo step è proseguire nel percorso e, finiti i sei anni (tre in Accademia militare a Modena e tre alla Scuola ufficiali dell’Esercito di Torino), diventare ingegnere dell’Esercito. Il mio sogno è lavorare per lo sviluppo delle forze armate”.

Come hanno reagito i suoi amici quando ha detto loro che voleva entrare nell’Accademia militare?

“Mi hanno sempre supportata. Inizialmente erano sorpresi, ma, vedendo la determinazione con cui ho proseguito in questo percorso, hanno cominciato a interessarsi anche loro. Anche nonna Rosa in un primo momento si è stupita, ma è felice oggi di vedermi in divisa. La mia famiglia mi è stata vicino in tutto questo periodo”.

Cosa significa per lei giurare fedeltà alla Repubblica?

“Significa assumere un impegno da rispettare in ogni azione, il dovere di agire nell’interesse della Repubblica e degli Italiani. Un grandissimo onore e un motivo di forte orgoglio”.