FRANCO VEROLI
Cronaca

Gli importi sono tra i più bassi d’Italia Pensioni misere: dura vivere così

I marchigiani, per quella di vecchiaia, percepiscono 255 euro in meno rispetto alla media nazionale, differenze anche tra le cinque province. La somma corrisposta alle donne è ancora minore .

Gli importi sono tra i più bassi d’Italia  Pensioni misere: dura vivere così

Gli importi sono tra i più bassi d’Italia Pensioni misere: dura vivere così

di Franco Veroli

Pensioni povere. Nelle Marche l’importo medio mensile delle pensioni è di 885 euro lordi, 212 euro in meno rispetto a quello nazionale, con valori medi che variano dai 1.148 euro delle pensioni di vecchiaia ai 479 euro delle pensioni e assegni sociali, il cui importo è uguale a quello delle prestazioni per gli invalidi civili. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni erogate nel 2023 (escluse le gestioni dei lavoratori pubblici), elaborati dall’Ires Cgil Marche. Particolarmente significativa è la differenza negli importi delle pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti che, nelle Marche, sono di 1.326 euro, ovvero -255 euro mensili rispetto ai valori medi nazionali e -350 euro rispetto alla media delle regioni del Centro. Differenze si riscontrano anche tra i diversi territori delle Marche: le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti ammontano a 1.429 euro lordi medi nella provincia di Pesaro Urbino, 1.423 euro a Macerata, 1.419 euro ad Ascoli Piceno, 1.284 nella provincia di Fermo e 1.221 euro ad Ancona. Marcata anche la differenza di genere: se gli uomini percepiscono 1.411 euro lordi, l’importo corrisposto alle donne è di 831 euro, ovvero mediamente 580 euro in meno ogni mese; la differenza per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva a -747 euro mensili. Considerando il complesso delle gestioni delle pensioni di vecchiaia, tra tutte le regioni le Marche sono al quint’ultimo posto – uno dei peggiori - per importo medio mensile, davanti ad Abruzzo, Basilicata, Calabria e Molise. "Nelle Marche 319mila prestazioni pensionistiche, pari al 59,4% del totale (538mila) sono inferiori a 750 euro al mese (55,8% la media nazionale): dunque, 6 pensionati su 10 percepiscono un importo che non consente loro di superare la soglia della povertà. All’interno di questa fascia, inoltre l’importo medio mensile è di 435 euro" sottolinea Elio Cerri, segretario generale Spi Cgil Marche. "Le diseguaglianze sono in continuo aumento – prosegue - la crisi incrementa la povertà, il carovita ha eroso il potere di acquisto di salari e pensioni. La situazione sta proprio peggiorando". "Come sindacato pensionati – aggiunge Vilma Bontempo, della segreteria Spi Cgil Marche - abbiamo avanzato alcune proposte: l’aumento delle pensioni più basse facendo leva sulla quattordicesima che va rivalutata, l’applicazione dell’attuale normativa sulla perequazione per le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo e la rivisitazione del sistema fiscale".