Gli ucraini sul San Vicino: "Liberate i bimbi rapiti"

Matelica, la scalata fino ai 1.480 metri per lanciare un appello alla Meloni "In più di 19mila sono stati portati in Russia, i governi di tutto il mondo ci aiutino".

Gli ucraini sul San Vicino: "Liberate i bimbi rapiti"

Gli ucraini sul San Vicino: "Liberate i bimbi rapiti"

Le bandiere giallo-azzurre sventolano ai 1.480 metri del monte San Vicino – tra Matelica e Apiro –, scalati da una settantina di ucraini residenti nelle Marche. E dalla vetta appenninica è partito un appello alla premier Giorgia Meloni e ai vari governi europei affinché vengano restituiti i bambini ucraini rapiti nei territori occupati dai russi. L’iniziativa è stata organizzata da Bohdan Onyshchak, vicepresidente dell’associazione ‘Insieme per Ucraina’ di Fano, secondo il quale "quello della deportazione dei nostri bimbi è un tema ancora troppo poco discusso. Oltre 19mila bambini – ha detto Onyshchak all’Ansa – sono stati illegalmente rapiti e questa potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg, visto che nelle regioni occupate dalle truppe russe si stima la presenza di 200mila bambini. Ricordo che ne sono stati liberati soltanto 364". Il Vaticano è in prima linea in queste iniziative di diplomazia umanitaria. Ma "l’appello che lanciamo dalla vetta di questo monte ha come obiettivo quello di sensibilizzare i governi e tutti i cittadini del mondo, così da intervenire per riportare a casa e quindi alle loro famiglie, questi bambini", dicono in coro i partecipanti alla scalata.

L’appello a Giorgia Meloni, al governo italiano e a "tutti i governi del mondo" è di "accendere un faro sulla deportazione di migliaia di bambini ucraini nei territori temporaneamente occupati dalla Russia". "La deportazione dei nostri bimbi è un crimine di guerra che non può essere taciuto", sottolinea Bohdan. L’appello si è trasformato in una lettera firmata da tutti i partecipanti all’evento che nelle prossime ore verrà inviata alla premier Meloni, "che ringraziamo per il sostegno economico e militare che sta assicurando al nostro Paese", dice ancora Bohdan. "Siamo arrivati sotto la croce di monte San Vicino per chiedere anche l’aiuto di Dio perché possa contribuire a riportare la pace in Ucraina".