"Gli uomini devono trattenere la rabbia"

Tra gli ammonimenti della questura introdotto l’invito a intraprendere specifici percorsi di recupero

Migration

di Paola Pagnanelli

Intervenire sugli uomini per arginare la violenza contro le donne, attraverso corsi specifici per scoprirne le cause e invertire la rotta. È l’impegno su cui faranno fronte comune la questura, l’Ambito territoriale sociale 15, come capofila per quelli marchigiani, la Regione e la prefettura, attraverso il Protocollo Zeus. Lo hanno firmato ieri il questore Vincenzo Trombadore e il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, come presidente dell’Ats 15, alla presenza del prefetto Flavio Ferdani e dell’assessore regionale Filippo Saltamartini. Ora, tra le misure di prevenzione a disposizione del questore, nell’ammonimento rivolto ai soggetti ritenuti pericolosi saranno indicate le strutture a cui rivolgersi per iniziare un percorso per trattare la rabbia. Il percorso, su base volontaria, sarà gratuito. Con Macerata, sono 55 le questure italiane che si sono dotate di questo protocollo, e i risultati positivi si vedono: se nel 2020 il 20% degli ammoniti è tornato a essere violento (e denunciato), nel 2021 il numero è sceso al 9%. La polizia, in particolare dell’Anticrimine, dovrà essere sempre più specializzata. Soprattutto è necessario ascoltare la vittima: riconoscere i segnali della violenza e agire con una tutela preventiva. Poi ammonire il soggetto violento con un atto formale, ma anche tale da aiutarlo a capire il problema e a provare a correggerlo. Il 70% delle donne che chiedono l’ammonimento al questore sono legate da rapporti di convivenza o matrimonio con il soggetto violento: è importante riconoscere i segnali della violenza e chiedere aiuto.

Ecco a cosa serve la campagna "Questo non è amore", che ieri a Macerata e Civitanova, ha visto insieme agenti e operatrici dei Cav nei centri commerciali, per incontrare i cittadini e dare informazioni. "A Macerata è stato inaugurato il primo centro per uomini autori di violenza delle Marche – ha ricordato l’assessore Filippo Saltamartini -, a cui si accede attraverso programmi di reinserimento per soggetti condannati per reati sessuali o maltrattamento". Anche nelle Marche, tra le prime regioni a dotarsi di una legge contro la violenza di genere nel 2008, il fenomeno è tutt’altro che in calo. Solo nel 2022 sono stati commessi tre femminicidi, di cui l’ultimo a Fano, dove è stata uccisa Anastasija. In 5 anni i femminicidi sono stati 13. Lo scorso anno 663 utenti si sono rivolte ai Cav delle Marche, nel 73% dei casi sono italiane. Le donne che nel 2021 si sono rivolte al pronto soccorso sono state 205, di cui 10 minorenni. Oltre due milioni nel 2021 sono stati destinati dalla Regione per le strutture e i progetti. "Quasi ogni giorno siamo costretti ad assistere a notizie di violenze nei confronti delle donne, a confrontarci con numeri spaventosi di vite spezzate, che coinvolgono anche centinaia di minori – ha commentato il presidente della Regione Francesco Acquaroli -. Le istituzioni devono implementare gli strumenti di prevenzione e proteggere le donne che denunciano".

Nel giorno contro la violenza sulle donne la senatrice Elena Leonardi ha voluto ricordare l’istituzione di una Commissione bicamerale d’inchiesta sulla violenza di genere. La Leonardi, ieri, ha accompagnato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Fano, dove ha incontrato la madre della ragazza ucraina vittima di femminicidio. Infine, l’on. Irene Manzi ha sottolineato l’importanza di investire in educazione e formazione, a partire dalla scuola, insegnando l’importanza del rispetto delle diversità, aiutandoli a superare stereotipi e pregiudizi sessisti.