"Grano, mietitura anticipata e raccolto in calo"

La siccità mette a dura prova i cereali. Fucili (Coldiretti): in media la diminuzione è del 20%, colpa di un maggio troppo secco e caldo

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di Lucia Gentili

Mietitura del grano anticipata in provincia. E il raccolto registra un calo tra il 10 e il 30%. È uno dei tanti effetti della siccità. Con un anticipo di almeno una settimana-dieci giorni rispetto all’anno scorso, gli agricoltori hanno dato il via alla mietitura dei cereali; sebbene quest’anno i campi destinati al grano sono aumentati, per via della guerra tra Ucraina e Russia, la produzione diminuisce. L’assenza di precipitazioni e le alte temperature di maggio hanno anticipato la maturazione "seccando i terreni di cereali prima del tempo e impedendo agli ultimi chicchi delle spighe di formarsi", spiega il presidente di Coldiretti Macerata Francesco Fucili.

È la cosiddetta "stretta", uno stress idrico che colpisce le coltivazioni cerealicole proprio durante la fase di formazione dei chicchi. Lo stesso Fucili ha iniziato da diversi giorni la mietitura dell’orzo sui suoi campi a San Severino, che sarebbe stata prevista per fine mese. "In media il calo sul raccolto è del 20% con picchi di oltre il 30% – afferma il presidente –, per colpa di un maggio secco, asciutto, troppo caldo, con temperature non usuali di 33-34 gradi. La qualità del grano duro comunque è alta". In questi primi giorni di trebbiatura anche l’imprenditore agricolo di Tolentino Orazio Porfiri segnala una minor produzione, che si va ad aggiungere all’aggravio dei costi di produzione per le aziende cerealicole: dal rincaro di fertilizzanti e concimi a quello dei carburanti, come il gasolio (salito da 0.70 a 1,35 eurolitro). "Il detto popolare recita "4 aprilanti, 4 dì duranti – afferma Orazio –, se piove il 4 aprile, pioverà anche per i successivi 40 giorni. Qui, in primavera, invece è piovuto pochissimo e i cereali hanno bisogno d’acqua". Anche per lui la trebbiatura è cominciata una settimana prima, e dovrà lavorare su un centinaio di ettari di grano e farro. "Il raccolto in alcuni casi sarà tagliato anche del 40% – continua Porfiri –, su una spiga che prima contava una quarantina di chicchi ora se ne contano meno della metà. Sto sentendo anche i colleghi della zona costiera, verso Civitanova, che prevedono un passaggio da 80 quintali a ettaro a 50. Ed è un peccato, considerando che, nell’ottica di coprire il fabbisogno del Paese, diversi agricoltori hanno aumentato i campi destinati a grano del 5%. Se i costi dovessero superare i ricavi, il rischio è che a farne le spese saranno anche i consumatori finali. Maggio siccitoso ha dato un raccolto poco dignitoso. E la situazione non è destinata a migliorare finché ci saranno questi sbalzi termici".

Il calo del raccolto si è fermato al 10% nell’area di Recanati. Francesco Guzzini, cerealicoltore di zona, sta terminando la mietitura pure di un centinaio di ettari di grano duro. Fucili la definisce "un’isola felice" giusto perché la diminuzione è stata più lieve. "I terreni meno fertili hanno sofferto per la carenza di acqua – spiega Guzzini –. Altra causa della mietitura anticipata, l’ondata di calore di metà maggio, quando siamo passati da 8 a 30 gradi in 24 ore. Trenta gradi per una quindicina di giorni hanno pesato. Ma, pur essendo in una fase di tensione sui prezzi, è prematuro parlare di aumenti o fare allarmismo. Molto dipenderà dal raccolto di Canada e Nord America: lo sapremo tra metà agosto e settembre". L’anno scorso per il frumento duro, fattori antecedenti alla guerra e collegati alla scarsa produzione di Canada e Nord America e all’incremento dei costi di trasporto, hanno impattato sull’aumento dei prezzi della materia prima. Guzzini sottolinea i rincari subìti dal settore agricolo, da quelli energetici ai trasporti passando per i fertilizzanti. "Speriamo – conclude – che le ordinanze antispreco di acqua non arrivino a chiudere i rubinetti per le irrigazioni di mais, girasoli e barbabietole, colture di stagione".