Guadagnavo solo io, lui beveva e mi picchiava

"Grazie a una casa protetta sono rinata: svolgo un lavoro che mi piace e penso solo al futuro dei miei figli"

Georgiana ce l’ha fatta. La sua è una storia di rinascita, dopo sette anni di violenza. Un compagno con problemi di alcol e gelosia ossessiva, che l’aveva ridotta a camminare a testa bassa. "Ho deciso di dire basta – dice Georgiana (anche in questo caso nome di fantasia), originaria dell’Est Europa – in un momento preciso, quello più brutto: ho avuto paura di morire. E quindi di lasciare da soli i miei figli". Oggi si sente una "donna nuova". "Mi sono sentita accolta in casa protetta – aggiunge -, dove ho stretto amicizia con le altre donne ospiti. Abbiamo a disposizione un team di supporto, a partire dalla psicologa e dall’avvocato. La realtà a cui mi sono rivolta mi ha anche aiutato a trovare un lavoro che mi piace. Mi sento libera, viva e i miei figli hanno recuperato serenità. Ho lasciato dietro il passato, non provo neanche più rancore. Vado ’soltanto’ avanti".

Georgiana, quando c’è stata la svolta?

"Quando sono finita in ospedale. Il mio compagno mi aveva procurato un taglio sul viso con un coltello e poi mi aveva fatto una foto col cellulare in mezzo alle bottiglie di birra da lui bevute. Sono scappata dal balcone, scalza, al primo piano. Ho fermato l’auto che stava passando e sono salita. Al volante c’era una donna, che ha chiamato carabinieri e 118. L’ambulanza ha portato via me e la pattuglia ha preso i ragazzi. Non abbiamo più rimesso piede lì. Da febbraio siamo in casa protetta. La vicenda prosegue in tribunale, ma io mi sento salva. Per un attimo ho avuto paura di morire, ma grazie a Dio sono qui".

Da mamma, cosa consiglierebbe ad una ragazza?

"Di denunciare al primo episodio di violenza. Il mio compagno mi tirava per i capelli, mi insultava di continuo dicendomi cose talmente brutte che non riesco a ripetere, mi controllava il telefono. Non potevo parlare neanche con gli amici. Non si fidava, nonostante non avesse il minimo motivo per farlo. Poi sono arrivate le botte. Tutto questo non è amore. Io lavoravo per tutti e due, lui non era in grado di farlo per l’alcol. Ogni volta diceva che sarebbe cambiato, ma peggiorava".

Quando si può dire di avercela fatta?

"Ci vuole tempo ed è un percorso doloroso. Ma ho rialzato la testa, grazie all’aiuto degli altri. Sono tornata a vivere. E l’unico modo per farlo è lasciare andare il passato. Penso al presente, e al futuro dei miei figli".

Lucia Gentili