Il Gus querela la Pantana: «Ha infangato il nostro nome»

Caso profughi, l’organizzazione umanitaria al contrattacco dopo le accuse della candidata a sindaco

Giovanni Lattanzi e Paolo Bernabucci del Gus

Giovanni Lattanzi e Paolo Bernabucci del Gus

Macerata, 15 giugno 2015 - «Deborah Pantana sarà chiamata personalmente in tutte le sedi civili e penali a rispondere di quanto affermato sul Gus. Abbiamo già dato mandato all’avvocato Gianluca Gattari». Così Paolo Bernabucci, all’indomani delle elezioni comunali che hanno visto soccombere Pantana, passa al contrattacco. In campagna elettorale la candidata di Forza Italia aveva usato parole pesanti contro l’organizzazione umanitaria maceratese e la gestione degli immigrati in città, senza tralasciare accostamenti alle vicende di «Mafia capitale».

Ora il Gus si difende: «Abbiamo convocato questa conferenza stampa – dice Bernabucci – a urne chiuse e quando non si sapeva ancora chi avrebbe vinto. Non volevamo fare il gioco di chi ha usato il nome del Gus per farsi pubblicità elettorale gratuita. Per la Pantana questa pubblicità non sarà a costo zero». Bernabucci, affiancato da Giovanni Lattanzi (coordinatore nazionale del Gus), parla di gestione trasparente. «Siamo tra i primi in Italia per la qualità del nostro lavoro. Svolgiamo un servizio che viene pagato, come qualsiasi servizio: prendiamo soldi per pagare i dipendenti e le strutture, e dare accoglienza a chi ha bisogno. A parte la nostra sede, non abbiamo proprietà. La Pantana ha infangato il nostro nome. Mafia Capitale? Noi siamo le vittime di questa vicenda».