Hashish nella cassetta postale: arrestato

Un 20enne nell’udienza di convalida ha detto che era del pusher ed è stato rimesso in libertà

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Una scorta di hashish nascosta nella cassetta postale di una casa inagibile ha fatto finire nei guai Alessandro Bonifazi, 20enne di San Severino. I carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di spaccio. Ma lui in tribunale, in lacrime, ha negatoe il giudice lo ha rimesso in libertà. Tutto è partito da una serie di accertamenti condotti dai militari della stazione di San Severino. Da qualche tempo, avevano notato alcuni spostamenti sospetti di Bonifazi. I successivi pedinamenti e appostamenti hanno fatto ipotizzare che il ragazzo utilizzasse un nascondiglio per la droga in una zona del centro, dove i militari, in più occasioni, lo avevano visto aggirarsi con atteggiamento guardingo e furtivo. Giovedì pomeriggio i carabinieri hanno visto il ragazzo nei pressi di un’abitazione inagibile dopo il terremoto del 2016. Dopo essersi guardato intorno più volte, Bonifazi ha aperto la recinzione arancione che delimita l’edificio, si è diretto al pianerottolo, ha tolto lo sportellino di una cassetta postale e ha preso qualcosa lì dentro. La pattuglia ha visto anche un bilancino di precisione cadere a terra, e ha deciso di intervenire. All’arrivo dei carabinieri, il 20enne ha cercato di far sparire qualcosa gettandolo a terra, e raccolto al volo il bilancino lo ha scagliato verso la strada. Ma i carabinieri hanno recuperato tutto: oltre al bilancino, hanno sequestrato 7 involucri in cellophane di colore giallo e verde (ricavati dai sacchetti per la raccolta indifferenziata) contenenti dosi da 1,5 grammi di hashish, e poi nella cassetta postale altre tre dosi preparate, un pezzo da 25 grammi e un altro bilancino. Così Bonifazi è stato arrestato con l’accusa di spaccio. Ieri mattina per lui in tribunale si è tenuta l’udienza di convalida. In aula il ragazzo, difeso dall’avvocato Paolo Rossi, in lacrime ha assicurato di non essere uno spacciatore: l’hashish era stato lasciato nella cassetta dal suo pusher, in base agli accordi tra loro, ed era solo per il suo uso. Il 20enne ha fatto anche il nome della persona che gli avrebbe venduto la droga, e ora su questo saranno fatti ulteriori accertamenti. L’udienza è stata quindi rinviata al 29 giugno, per il processo per direttissima che, come anticipato dall’avvocato Rossi, probabilmente sarà con il rito abbreviato. In attesa del processo, il pm Sabina Antognozzi ha chiesto gli arresti domiciliari per il ragazzo, ma il giudice Daniela Bellesi lo ha rimesso in libertà.

Paola Pagnanelli