"Ho fatto ordine su Murri e 50 anni di storia italiana"

Sabato a Gualdo sarà presentato il ’nuovo archivio’ del sacerdote e politi ad opera del professor Mignini: "Maxi catalogazione di lettere, opere e scritti"

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di Franco Veroli

Un lavoro durato vent’anni, che impone di rileggere, per comprenderla nella sua complessità e interezza, la personalità e la vita di Romolo Murri (1870 – 1944), sacerdote e uomo politico, giornalista (fu anche redattore del Resto del Carlino), figura sicuramente fuori dai canoni. E’ quello svolto da Filippo Mignini, docente emerito di Storia della filosofia all’Università di Macerata, accademico dei Lincei, che all’inizio degli anni Duemila ebbe l’incarico dall’allora Soprintendente archivistico delle Marche, Mario Vinicio Biondi, e dalla presidente del Centro studi Romolo Murri, Anna Maria Massucci, di inventariare l’archivio Murri conservato nella casa di Gualdo. Ed è proprio a Gualdo che sabato alle 10, nel teatro provvisorio, sarà presentato il ’nuovo archivio’. "Mi lasciai convincere mosso dall’interesse per l’esperienza intellettuale e personale di Murri e anche da un certo desiderio di rendergli giustizia, ma sottovalutai la mole di lavoro da compiere. Alla luce del compito affrontato, se oggi mi si ripetesse la proposta, forse declinerei l’offerta", afferma Mignini.

Professore di che cosa stiamo parlando?

"Di un’imponente quantità di materiale contenuto in una stanza, racchiuso in pacchi di varia foggia e grandezza legati con spago, la parte più consistente e significativa dell’intero archivio, tolta la parte dei primi anni trasferita a Urbino. Al termine della catalogazione il numero delle carte complessivamente esaminate e descritte è di circa 25mila unità, mentre il patrimonio complessivo (carte postali, cartoline, altri documenti) arriva a 30mila. Le schede realizzate sono oltre 3mila. Il suo primo nucleo risale al 1907, quando Murri, costretto a riparare a Gualdo dopo la sospensione a divinis, vi trasferì carte e documenti riguardanti la sua esperienza politica attiva. A questo, poi, nel corso degli anni (ogni estate Murri trascorreva alcuni mesi a Gualdo) si aggiunsero altre carte, fino alla costituzione di un vero e proprio archivio nel 1941. Murri assegnava alla conservazione dell’archivio non solo un valore di testimonianza per la sua persona e la sua opera, ma anche e soprattutto per la ricostruzione di cinquant’anni di storia italiana attraverso i documenti suoi e altrui, che nell’archivio erano stati accuratamente conservati".

Come ha proceduto nella strutturazione dell’archivio?

"L’archivio ci è giunto, come lo stesso Murri riconosceva, con l’immagine dei ’resti dell’antico naufragio’, in uno stato di sostanziale confusione. La catalogazione si è svolta in due fasi: la ’pre–catalogazione’, cioè l’analisi materiale dei documenti e la loro descrizione mediante la scheda man mano che essi venivano portati alla luce; poi la ricollocazione definitiva dei documenti, secondo l’ordine e la denominazione dei soggetti individuati. L’archivio è diviso in tre serie principali: corrispondenza; opere (edite e inedite); scritti diversi".

Quali i contenuti?

"La corrispondenza contiene tre blocchi principali: quella tra Murri e Giuseppe Fuschini; tra Murri e la sorella Suor Ida, superiora del convento di Potenza Picena, molto interessante per cogliere aspetti più intimi e privati della personalità di Murri, la sua affettività sofferente, le impazienze, gli scatti e le impennate, specie sul rientro nella Chiesa, i problemi posti dal suo matrimonio e, più in generale, sul diverso modo di sentire e vivere il cristianesimo; e la corrispondenza varia, dove ci sono molte lettere ai principali intellettuali, soprattutto italiani, del tempo, come a Croce e a Gentile, ma anche a personalità straniere come, ad esempio, al sacerdote francese Alfred Loisy, biblista e storico delle religioni. Quanto alle opere, a parte quelle edite, è tutto il blocco delle inedite a costituire la prima importante risorsa dell’archivio che merita particolare attenzione, dal 1913 al 1944. Degli scritti diversi mi limito a toccare tre temi: il progetto di un ’Esame nazionale’, riflessioni sulla scuola in Italia, e il complesso delle indagini filosofiche svolte da Murri. L’Esame nazionale era un progetto a cui Murri teneva molto, nasceva dalla necessità storica di raccogliere i principali intellettuali italiani attorno a una rivista da fondare, per avviare una riflessione sistematica sulla natura della cultura italiana. Murri raccolse le adesioni di Croce, Gentile, Saitta e tanti altri. La rivista venne fondata, ma durò due anni, interrompendosi nel 1920-21. Segnalo anche un corpo consistente di carte che si può registrare sotto il titolo generale di ’filosofia’. C’è poi la grande massa di carte private, di appunti che l’autore prendeva per sé stesso.

Si può trarre una prima conclusione?

"Questo archivio non solo consentirà una nuova lettura del periodo 1913-1944, ma richiederà necessariamente una nuova lettura dell’intera storia intellettuale di Murri che coincide con 50 anni di storia italiana".