"Ho lavorato gratis e per il bene del territorio"

Il presidente Giuseppe Pezzanesi difende il suo operato: sono pronto a dimettermi, ma se l’assemblea mi vuole ricorreremo al Tar

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di Lucia Gentili

"Non ho mai chiesto di diventare presidente. Mi è stato chiesto, ho accettato e in questo anno ho portato avanti l’incarico fedelmente, presentando progetti e lavorando sodo senza percepire un centesimo. Ora mi rimetto con serenità alla decisione dell’assemblea dei Comuni soci". L’ex primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, alla presidenza del Cosmari dal 4 agosto 2021, quando era stato eletto all’unanimità dai colleghi sindaci, ha saputo l’altro ieri della delibera Anac dello scorso 20 luglio. Quella in cui l’Autorità nazionale anticorruzione stabilisce che l’incarico di presidente del cda di un consorzio pubblico di smaltimento rifiuti, formato da tutti i Comuni di una Provincia, non può essere conferito a uno dei sindaci, che controllano lo stesso consorzio.

"Il controllato sarebbe nello stesso tempo anche il controllore", spiega in sintesi Anac, dichiarando l’inconferibilità dell’incarico. Di conseguenza, chi lo ha conferito è sanzionato dall’Anticorruzione: per tre mesi l’ente non può conferire incarichi. "Sottolineo che in un anno ho prestato servizio gratuitamente, facendo cose buone – continua Pezzanesi –, prendendomi delle responsabilità, presentando progetti importanti, da 100 milioni complessivi, anche per il Pnrr, come i cassonetti intelligenti. Ho seguito la questione della discarica, di recente ho inviato una lettera di sollecito al presidente della Provincia perché nel settembre 2023 scade l’accordo con Cingoli per la discarica e va trovata una soluzione (se Fermo o Corinaldo non accoglieranno il 30% dell’indifferenziato)". Ricorda anche che in dieci anni di mandato da sindaco, rinunciando al 30% dell’indennità con gli assessori, ha lasciato un tesoretto di "circa 100mila euro per le mense scolastiche di Tolentino" e che, sempre come amministratore della città, percepiva 1.087 euro al mese. "L’Anac ha dato il suo parere – continua –, come organo di controllo. Non è però la magistratura. Esiste una legge nazionale, a cui fanno riferimento i nostri avvocati e addetti ai lavori. Non capisco poi perché per Corridonia in termini di compatibilità era stato dato parere favorevole, Comune censito con più di 15mila abitanti, e adesso per noi no. Ad ogni modo, se l’assemblea dei soci lo riterrà opportuno io sono pronto a dimettermi. Potrei farlo anche domani mattina, anche se è stata la stessa assemblea a nominarmi. Non ho mai vissuto di emolumenti politici. Se invece l’assemblea vuole che resti alla presidenza, si potrebbe procedere insieme con il ricorso al Tar. Valuteremo il da farsi".