"Ho sparato un colpo solo per difendermi"

Il poliziotto Alessandro Giordano, in servizio a Civitanova, davanti al gip: "Nicolò l’ho visto crescere, non gli avrei mai fatto del male"

"Ho sparato un colpo solo per difendermi"

"Ho sparato un colpo solo per difendermi"

di Marina Verdenelli

"Mi hanno preso a cingiate, erano in tanti e mi sono venuti incontro, qualcuno era anche incappucciato, che dovevo fare, ho pensato questi adesso mi ammazzano ma non ho sparato per colpire nessuno. Nicolò l’ho visto crescere, non gli avrei mai fatto del male. Non ricordo nemmeno di aver sparato il secondo colpo, ricordo solo il primo, in aria. Per le botte che ho preso poi sono svenuto". Così Alessandro Giordano (nella foto in aula), il poliziotto di 40 anni che sabato notte ha sparato al 21enne Nicolì Giommi dopo un diverbio avvenuto poche ore prima in discoteca, ha parlato ieri mattina davanti al gip Carlo Masini, durante l’udienza di convalida del fermo che si è tenuta in tribunale, a tre giorni dai fatti. Giordano è arrivato poco prima delle 10 a palazzo di giustizia, scortato dai poliziotti della squadra mobile in borghese (dopo il fermo era stato messo ai domiciliari). Indossava il collarino ortopedico. Sul volto e sulla testa aveva i segni delle percosse che dice di aver preso: pugni, calci e anche cinghiate. Per oltre un’ora ha fornito una dettagliata spiegazione dei fatti al giudice, lasciando intendere di aver agito solo per difesa. "Non sono nemmeno sicuro – ha detto al gip – di essere stato io a sparare il colpo che ha preso Nicolò. Io sono tornato a casa dopo che mi avevano aggredito, ero pieno di sangue". Non si sarebbe accorto nemmeno che il ragazzo era ferito ad una gamba. Glielo avrebbero detto dopo, dei colleghi che lo hanno raggiunto a casa. Davanti al giudice si è dipinto come una persona buona, "non avrei mai coraggio di sparare ad un ragazzo che conosco e ho visto crescere", "non gli ho puntato contro la pistola, ho sparato solo un colpo in aria, so che ho sbagliato, ma erano in tanti che mi venivano incontro". I suoi avvocati, Marco Chiarugi e Paolo Campanati, hanno spiegato ad udienza finita che "Giordano ha chiarito la sua posizione spiegando che non era sua intenzione fare del male ma ha reagito ad una aggressione perpetrata da numerose persone, sparando un colpo in aria". Il secondo proiettile sarebbe dunque partito accidentalmente. "Il mio assistito è molto affranto, dispiaciuto, sta male – ha detto l’avvocato Campanati –. Perché aveva la pistola? I pubblici ufficiali possono tenere la pistola di ordinanza con sé anche se non in servizio, ha chiarito anche questo". L’agente, in organico al Commissariato di Civitanova dove però ora è stato sospeso dal servizio, sarebbe stato solito girare armato anche se non al lavoro perché non amava lasciare l’arma in casa avendo un parente disabile. Per la difesa Giordano sarebbe stato vittima di una spedizione punitiva da parte del 21enne e di suoi amici tanto da ritrovarsi davanti ad una decina di soggetti che avrebbero iniziato a picchiarlo anche se lui l’invito sotto casa lo avrebbe rivolto solo a Giommi. Diverse le contusioni che l’agente ha riportato al volto oltre ad una frattura ad una costola per una prognosi di 30 giorni. Per ora non sono state sporte denunce da parte del poliziotto contro il gruppetto di ragazzini che lo avrebbe picchiato ma lui ha riconosciuto chi sono. Il fatto che sia stato trovato positivo alla cocaina e all’alcol, dopo i fatti, non è contestato come aggravanti alle accuse già mosse. Fino a ieri sera il gip, che si è riservato sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare da adottare, non aveva sciolto la decisione. I suoi legali hanno chiesto che torni libero non ravvisando esigenze cautelari dal momento che non ha più la pistola, che gli è stata sequestrata, ed è sospeso dal lavoro. All’agente è stato sequestrato anche il telefonino.