"Rimane ferma la convinzione che Luca Davide, in perenne ricerca di visibilità, rilasci comunicati che si caratterizzano per riportare assolute falsità". Non le manda certo a dire il sindaco Andrea Michelini, che ribatte alle recenti polemiche innescate dal Comitato per la sicurezza dell’Hotel House, a Porto Recanati. In particolare, Luca Davide e Mustafà Diop (presidente e vice del Comitato) si erano detti contrari alla proposta del sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, di nominare un commissario straordinario per il maxi condominio. E così non avevano lesinato forti critiche alla giunta, ma adesso il sindaco Michelini non ci sta e replica. "Non ho mai parlato di nessun modello Caivano - afferma il primo cittadino portorecanatese -. Tale terminologia è stata utilizzata dal sottosegretario Prisco che, per sue esigenze comunicative, ha ritenuto opportuno fare riferimento al paese campano protagonista di fatti incresciosi". Sempre il sindaco Michelini, risponde poi ad altre questioni sollevate dal Comitato. "Le convocazioni non sono attribuibili all’amministrazione comunale ma alla stessa Prefettura – riprende -, che a quanto sembra non ha riconosciuto il Comitato come interlocutore da far presenziare al tavolo. Poi, nessuna promessa di ipotetici miracoli per migliorare la situazione dell’Hotel House è stata mai fatta in campagna elettorale dall’attuale maggioranza". "Il Comune in questi ultimi 24 mesi – assicura ancora Michelini - è stato sempre presente nelle urgenze che hanno riguardato l’Hotel House, utilizzando risorse pubbliche per i vari interventi che si sono resi necessari nelle condotte fognarie. Continuiamo a domandarci in quale veste i pronunciamenti di Davide vengono diramati. Non abbiamo capito se le risposte che stiamo fornendo sono indirizzate al presidente del Comitato, o al Davide massimo esponente locale leghista e ferreo oppositore della giunta. Capiamo - conclude il sindaco - che il suo desiderio fosse quello di divenire amministratore condominiale del palazzone ma, al riguardo, non possiamo preoccuparci della sua delusione per non essere arrivato a ricoprire tale incarico".
g. g.