
Il sistema di controllo delle telecamere
Una rete di videosorveglianza più ampia, moderna e capillare per garantire maggiore sicurezza urbana: è questo l’obiettivo al centro del piano annunciato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale di Recanati che ha previsto anche la possibilità per cittadini, condomìni e attività economiche di contribuire, su base volontaria, all’installazione di nuove telecamere. L’iniziativa, accolta con interesse da molte realtà del territorio, ha anche generato dubbi e polemiche su un presunto scarico di costi sul privato. A sgombrare il campo da equivoci è il sindaco Emanuele Pepa, che tiene a chiarire la genesi e le finalità del progetto.
"C’è stata una cattiva interpretazione del comunicato stampa – ha detto –. Non abbiamo mai chiesto ai cittadini di pagare le telecamere, al contrario sono stati alcuni privati a manifestare la volontà di contribuire all’installazione, mettendo a disposizione risorse per coprire zone specifiche, a beneficio dell’intera comunità". Il Comune, dal canto suo, ha già stanziato 70mila euro per il potenziamento del sistema: 20mila euro già inseriti nel bilancio di previsione e altri 50mila messi a disposizione con la prossima variazione. Queste risorse serviranno ad adeguare il sistema di gestione centrale (control room), oggi capace di ricevere le immagini in modo nitido solo da 40 delle 92 telecamere oggi attive, e ad aggiungere 12 nuove telecamere, oltre alla manutenzione di quelle già installate e in parte non funzionanti. "Il nostro obiettivo – ha spiegato Pepa – è di completare quanto prima la copertura del territorio anche in quartieri oggi scoperti come Fonti San Lorenzo".
Da dove nasce allora la proposta di una "videosorveglianza condivisa"? "Tutto è partito da alcuni cittadini – ha aggiunto il sindaco – che ci hanno detto: siamo disponibili a partecipare economicamente, purché le immagini siano gestite dal Comune. E noi abbiamo accolto con favore questa disponibilità. Perché non valorizzarla, se può aiutarci a intervenire prima in alcune zone sensibili della città, senza dover attendere tempi più lunghi e nuovi fondi?" Il Comune pubblicherà a breve un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse: le collaborazioni saranno regolate da convenzioni e le telecamere dovranno rispettare requisiti tecnici compatibili con il sistema comunale. "Nessuno potrà installare ciò che vuole – ha precisato Pepa –. Parliamo di dispositivi professionali, con un costo medio ciascuno di 500 euro. Se dieci cittadini decidono di unirsi per mettere una telecamera in una via, è una forma di partecipazione che noi valorizzeremo, nel rispetto della legalità e dell’interesse pubblico". Asterio Tubaldi