LORENZO FAVA
Cronaca

I detenuti sul palco: "Così li rendiamo liberi. Il carcere non diventi una discarica sociale"

Il progetto teatrale che coinvolge i penitenziari delle Marche "Momento difficile: novecento reclusi in regione, e poco personale".

I detenuti sul palco: "Così li rendiamo liberi. Il carcere non diventi una discarica sociale"

Da sinistra Marco Bonfiglioli, Giancarlo Giulianelli e Francesca D’Alessandro

"Lo scopo del teatro in carcere è quello di far conoscere alla gente le attività meritorie che i detenuti svolgono. Renderli partecipi di queste iniziative è un modo di farli liberi". Alla tavola rotonda di ieri alla Mozzi Borgetti si è affrontato il delicato tema delle attività culturali che i detenuti svolgono nelle carceri. Marco Bonfiglioli, provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Emilia Romagna e Marche, Giancarlo Giulianelli, garante regionale dei diritti, Francesca D’Alessandro, assessore alle politiche sociali del Comune e Vito Minoia, responsabile del progetto teatrale, sono intervenuti sul tema di "Teatro e diritti", portando testimonianze e pareri in merito ad un argomento delicato. Minoia descrive il progetto alla seconda edizione, "che tocca quest’anno la città di Macerata. All’interno degli istituti penitenziari si realizzano spettacoli teatrali. Il tema delle carceri dai media viene trattato poco, e sempre in termini di giustizia, mentre qui si fa un discorso di prospettive, di finalità inclusiva. Gli spettacoli mettono i carcerati a contatto anche con scolari e studenti universitari, come avvenuto per questa edizione del progetto a Barcaglione e Fossombrone".

L’avvocato Giulianelli ha raccontato le iniziative culturali nelle carceri come "L’ora d’aria", che tramite la poesia ha fatto dialogare detenuti e studenti, arrivando a parlare di quello che è lo scopo della cultura in carcere. "Vorremmo portare queste attività fuori, l’opinione pubblica non deve concepire le carceri come discariche sociali. Le iniziative come questa hanno il pregio, sancito da diversi articoli della Costituzione, di rieducare e far conoscere alla società quelle attività meritevoli che avvengono nei penitenziari". Bonfiglioli racconta "il momento difficile che l’istituzione penitenziaria vive. Nelle Marche ci sono 900 detenuti, e un personale esiguo, ma dobbiamo affrontare le situazioni forti del nostro mandato istituzionale". D’Alessandro ha poi messo l’accento, con parole decise e al contempo delicate, sugli obiettivi condivisi dall’amministrazione: "Vogliamo fare di Macerata una città inclusiva. Viviamo in una società ipocrita: inclusione è una parola largamente spendibile, ma si fatica a guardare in faccia la fragilità. I valori intrinseci di una persona non vanno persi, anche se si fanno degli errori. Il teatro è uno strumento importantissimo. Insegna a misurarsi con l’altro. Va promosso un umanesimo che non perda mai di vista la persone".