I riconoscimenti per Vincisgrassi e opera lirica

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Alessandro

Feliziani

Il riconoscimento europeo di specialità tradizionale garantita per i Vincisgrassi alla maceratese è stata una vittoria sofferta, difficile e corale di Macerata. Sofferta perché ha richiesto anni di lavoro; difficile perché la complessa procedura ha avuto necessità di supporti giuridici e amministrativi; corale in quanto i soggetti promotori, l’Associazione cuochi Antonio Nebbia e l’Accademia di cucina, si sono avvalsi del sostegno di altre istituzioni, tra cui le università di Macerata e Camerino. Il giusto entusiasmo con cui la città ha salutato la conquista del marchio "Stg" da apporre sul piatto dei Vincisgrassi ha oscurato l’esito di un’altra battaglia che negli stessi giorni si è consumata in sede Unesco per la candidatura italiana nel novero del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La commissione nazionale ha deciso di portare come candidatura dell’Italia per il 2023 "L’arte italiana dell’opera lirica". Una scelta che ha fatto pubblicamente esultare Verona e Torre del Lago, ma che dà titolo di gioire anche a Macerata, che con lo Sferisterio può validamente dare lustro alla candidatura dell’opera lirica nella finale di Parigi. In verità Macerata avrebbe potuto rallegrarsi anche se a vincere la sfida fosse stato l’altro protendente alla candidatura, il "Caffè espresso italiano". Macerata e la sua provincia, infatti, vantano importanti aziende del settore, che nel campo della torrefazione e delle macchine per caffè sono espressioni, in Italia e nel mondo, della tradizione e della qualità dell’espresso italiano. Intano gustiamoci i nostri vincisgrassi, con l’augurio che l’anno prossimo nella sede parigina dell’Unesco possano restare incantati dal belcanto che si leva dallo Sferisterio e in futuro anche dall’aroma di un buon caffè.