
"Ho sentito il dovere di raccontare questa storia, che ho seguito fin dall’inizio. Una storia commovente, che mi ha toccato molto, e che suscita in chiunque la ascolti un profondo senso di ingiustizia". Vincenzo Frenda, giornalista del Tg2, oggi sarà ospite di Overtime: appuntamento alle 18 agli Antichi Forni, dove presenterà in anteprima nazionale il podcast "Storia dell’omicidio di un marciatore. L’incredibile vicenda di Alex Schwazer", il marciatore italiano, campione olimpico della 50 chilometri (Pechino 2008), squalificato per doping fino al 2024 nonostante l’archiviazione nel 2021 del procedimento penale per doping. Al fianco di Frenda ci sarà Sandro Donati, allenatore di Schwazer e autore del libro "I signori del doping. Il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer", oltre a Roberto Scendoni di Unimc, medico legale. Frenda modera l’incontro. Poi brindisi di chiusura e anticipazione di Overtime 2024. Il giornalista Rai ricorda che con "un’ordinanza di archiviazione del gip di Bolzano, Walter Pelino, è stato provato che la provetta è stata manomessa. L’udienza preliminare durata più di 4 anni è stata estremamente approfondita, con un incidente probatorio immenso. Il caso è stato archiviato, Schwazer non è nemmeno finito a processo". Il podcast è pronto. "Ho seguito fin dall’inizio la vicenda processuale, raccontandola al Tg2. Chiunque la ascolti avverte un senso di ingiustizia profondo, molto fastidioso, una grande frustrazione. L’archiviazione c’è stata, forse verrà tolta anche la squalifica. Ma se a uno sportivo non permetti di fare le Olimpiadi quando è ancora giovane, gli hai tolto qualcosa che nessuno potrà mai ridargli". La positività al doping risale al 2012. Per il secondo presunto caso di doping, ha saltato Rio (2016) e Tokyo (2021). Nel podcast, la vicenda è raccontata "in modo intimo, c’è una lunga intervista ad Alex, il perché sia arrivato al doping (nel 2012), la grande depressione che ha avuto in quei mesi. Una storia molto inquietante. Il giudice Pelino nel mio podcast dice che giustizia non è stata fatta, lui ha ristabilito che non si era dopato ma le due Olimpiadi non gliele restituirà nessuno".
Schwazer è "un grande talento – commenta Frenda –, uno che nella sua vita si allenava e basta lasciando da parte tutto il resto, percorreva 260 chilometri ogni settimana. Questi atleti non godono della fama del calciatore, diventano noti solo se vincono ma quella vittoria è frutto di un lavoro molto lungo. Invece a lui, che per una vita ha fatto grandi sacrifici, nonostante abbia vinto le Olimpiadi da giovane, è stato tolto tutto". Tramite il podcast si possono raggiungere tante persone, specie i più giovani: "La vicenda andava spiegata bene e il podcast non ci fa distrarre, ci si concentra sulla parola e non sulle immagini, e permette di entrare nei dettagli, che, messi in fila, compongono un quadro davvero inquietante – prosegue Frenda –. Sono stato a casa di Alex ed è nato un rapporto di grande confidenza, lui si è aperto, completamente. La sua storia mi ha toccato molto, ho provato anch’io la stessa rabbia e la sua impotenza, che è poi la stessa che hanno tutte le persone comuni davanti a qualcosa più grande di loro, davanti al potere, quando ci si trova di fronte a un muro di gomma. Come ha ben detto il suo avvocato, Gehrard Brandstatter: ‘Alla fine in tutta questa vicenda giudiziaria l’unico che si è comportato da sportivo è stato Alex, che non ha mai mollato’". Il podcast sarà disponibile su Raiplaysound a partire dalla mezzanotte di oggi.