
Il tribunale di Macerata: la durata delle cause civili è inferiorie alla media nazionale (foto Calavita)
Il tribunale di Macerata continua con efficacia a ridurre i tempi delle cause civili, peraltro in un contesto nazionale che nel 2024 ha registrato un lieve incremento (+0,4%) rispetto al 2023. Le cose, dunque, vanno bene, anche se potrebbero andare meglio. Il "disposition time" 2024 riferito al nostro tribunale, infatti, registra una durata media di 438 giorni, al di sotto della media nazionale di 50 giorni (488), ma al di sopra della media delle altre province marchigiane. È quanto emerge da un’indagine del Sole 24 Ore che ha elaborato i dati del Ministero della Giustizia, direzione generale di Statistica, evidenziando come l’obiettivo fissato dal Pnrr di ridurre in Italia i tempi della giustizia civile del 40% entro il 30 giugno 2026 sia, di fatto, irraggiungibile (a fine dello scorso anno si è arrivati al 20,1%).
Bisogna evidenziare che il "disposition time", utilizzato sia a livello nazionale che europeo, è un indicatore che fornisce una stima del tempo atteso per definire un procedimento giudiziario. Viene calcolato mettendo in rapporto i procedimenti pendenti e quelli definiti in un determinato periodo, e questo significa che il "disposition time" di un anno è dato dal rapporto fra i procedimenti pendenti a fine anno e quelli definiti nello stesso anno, moltiplicato per 365. Dal 2019 al 2024, il tribunale di Macerata ha ridotto il tempo medio del 13,8%, -5% nel solo 2024: meno del tribunale di Ascoli (- 16,3, -9,6%), di quello di Fermo (-27,2%, -17,4%) e Ancona (-13,9%, -10,2%), ma più di quello di Pesaro (-5,3%, -5,4%). Detto questo, il tempo medio a Macerata, in deciso miglioramento, resta – però – ancora il più alto: 438 giorni, contro i 380 di Ascoli, i 369 di Fermo, i 340 di Pesaro e i 326 di Ancona. Complessivamente le Marche sono messe abbastanza bene, visto che, su scala nazionale, in primo grado i tempi sono aumentati in ben 62 sedi su 140, mentre nella nostra realtà continuano a ridursi. Tendenza che appare ancor più significativa alla luce del fatto che si registra una forte crescita dei ricorsi, in particolare – ma non solo – quelli relativi a cittadinanza e immigrazione. Cala in maniera decisa, invece, l’arretrato: tra il 2019 e il 2024 nei tribunali italiani è stata smaltita una quota del 93,2%, che sale addirittura al 99,4% se riferita alle corti d’appello, sulla base degli obiettivi fissati dal Pnrr che, in questo caso, saranno probabilmente raggiunti.