"iGuzzini, impegno per soluzioni condivise"

Sauro Grimaldi, presidente di Confindustria: "Vanno garantite le migliori tutele ai lavoratori e piena competitività all’azienda"

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di Franco Veroli

Sauro Grimaldi, presidente di Confindustria Macerata, è preoccupato ma al tempo stesso fiducioso: se si faranno scelte chiare, anche la nostra provincia aggancerà la ripresa che favorirà il rilancio della economia. Ma serve determinazione, servono uomini della necessità, come ha detto all’assemblea nazionale di Confindustria il presidente Bonomi. Altrimenti, non sarà facile ammortizzare i colpi della crisi generata dalla pandemia da Covid, come insegna il caso della "iGuzzini Illuminazione". Presidente Grimaldi, come valuta questo caso?

"La legge 22391, che regola i licenziamenti collettivi, prevede una comunicazione d’avvio della procedura di consultazione sindacale, per negoziare la migliore soluzione e attenuare gli effetti sociali dei paventati licenziamenti. La situazione è ancora provvisoria e in via di definizione. Nelle prossime settimane, direzione aziendale, Confindustria, rsu e organizzazioni sindacali di categoria saranno impegnate in un negoziato per definire la crisi aperta nei giorni scorsi. Siamo sicuri che la trattativa consentirà di trovare soluzioni concordate, comunque in grado di garantire all’azienda la piena competitività e ai lavoratori la migliore tutela, accompagnata dal futuro ingresso di professionalità maggiormente adatte per lo sviluppo tecnologico". C’è un altro aspetto rilevante. Nei primi sette mesi di quest’anno, in provincia, ci sono stati dieci morti sul lavoro.

"La sicurezza è in cima ai nostri pensieri. C’è massima attenzione per il problema. Ho intenzione di promuovere quanto prima un incontro con i sindacati, per migliorare e lavorare a un sistema che garantisca sempre più sicurezza nei luoghi di lavoro". Quali sono le altre priorità?

"Per agganciare la ripresa, decisiva è la riduzione del cuneo fiscale, annunciata ma ancora non attuata. Il costo che le aziende sopportano per il pagamento di retribuzioni e contribuzioni e la somma che il dipendente va a percepire, gravata da contribuzioni e imposte a suo carico, sottraggono importanti risorse a investimenti e consumi, e tolgono appeal al mondo del lavoro privato, poiché si riscontrano salari tra i più bassi in Europa". E poi?

"La crisi del settore moda. Dopo tanto tempo, lentamente si ricomincia a frequentare negozi, riprendono le relazioni commerciali e gli appuntamenti fieristici. Restano però incertezze a livello internazionale, per il persistere della pandemia. Gli strumenti per tenere sotto controllo e superare la crisi sanitaria ci sono, ma dobbiamo fare i conti con nuove dinamiche economiche e i problemi già presenti prima del Covid-19, come il terremoto del 2016 e il crac di Banca Marche. Bisogna poi tenere conto delle piccole dimensioni delle nostre imprese: se non ci saranno azioni di promozione e sostegno per facilitare le aggregazioni, avranno grandi difficoltà a seguire i "binari" della ripresa. Anche perché l’aumento dei prezzi delle materie prime e il forte rincaro di costi energetici stanno creando seri problemi". È vero che c’è difficoltà a reperire manodopera?

"La ripresa è stata caratterizzata, per tutti i settori, da una carenza di figure professionali. Le imprese incontrano difficoltà nel trovare i profili professionali necessari. Le competenze più difficili da reperire sono quelle tecniche di base, tradizionali, trasversali e poi tecnologiche". Come mai?

"I motivi sono diversi. Il reddito di cittadinanza può avere avuto un peso, ma credo che la causa principale sia da attribuire al sistema scuola-formativo, che non prepara i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro. Da anni, Confindustria Macerata organizza incontri con le scuole in modo che si conosca il vero volto dell’impresa, per favorire un orientamento consapevole. Proponiamo ai dirigenti degli istituti tecnici di rafforzare i percorsi di esperienza in azienda, che prevedono la possibilità per i giovani, dai 15 anni, di lavorare con regolare contratto, dividendo il tempo tra scuola e lavoro. Come ha già detto il presidente Bonomi "noi vogliamo assumere e crescere, e non licenziare". Come affrontare la sfida della digitalizzazione?

"Il Covid ha evidenziato come molte imprese, soprattutto piccole, siano indietro nel processo della transizione digitale. La pandemia ha accentuato l’uso degli strumenti digitali e tecnologici, ma sono ancora troppe le imprese che hanno difficoltà ad accettare questo cambio culturale. Il digitale è un’innovazione strutturale, una necessità per essere competitivi sul mercato globale. Confindustria sta investendo per accompagnare le imprese in questo processo". C’è poi il tema della transizione ecologica.

"Per supportare le aziende nella transizione verso l’economia circolare e i modelli di sviluppo sostenibile abbiamo avviato un progetto che vede il coinvolgimento diretto delle imprese associate e istituito un apposito gruppo di lavoro. Stiamo inoltre perfezionando accordi con Università ed enti di ricerca per la sperimentazione di materiali sostenibili e processi per il recupero degli scarti della produzione.