IGuzzini e il piano choc con 103 esuberi. I dipendenti: "Niente licenziamenti"

Assemblea dei lavoratori: "Vogliamo rilanciare insieme l’attività e recuperare la rilevanza sempre avuta nel settore"

I sindacalisti domani si siederanno al tavolo di confronto con la proprietà

I sindacalisti domani si siederanno al tavolo di confronto con la proprietà

Recanati, 6 ottobre 2021 - Non vogliono sentir parlare di licenziamenti i lavoratori della IGuzzini che ieri si sono riuniti in assemblea con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Toni pacati ma tantissima preoccupazione per quello che potrà essere il futuro dell’azienda e per l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 103 dipendenti. Al primo tavolo di confronto, programmato per giovedì pomeriggio, i sindacati si presenteranno con un mandato preciso da parte delle maestranze: "innanzitutto – ci dice Marco Bracalente della Cgil - capire con chiarezza nello specifico le problematiche che hanno portato l’azienda a questa scelta e gli elementi di rilancio che la stessa intende mettere in campo per lo sviluppo futuro. Solo dopo possiamo iniziare a trattare soluzioni alternative alla procedura di licenziamento proposta, ma certamente non ci metteremo a trattare sui numeri e sulle persone".

Insomma, la volontà di capire cosa ha portato l’azienda ad avviare questo percorso di ridimensionamento del personale c’è tutta, ma di licenziamento non se ne parla. "Il mandato che abbiamo ricevuto è chiaro – sottolinea anche Giuliano Caracini della Cisl -: trovare insieme soluzioni alternative al licenziamento con l’attivazione di tutti i possibili ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione straordinaria ai contratti di solidarietà, con la consapevolezza della necessità di rimanere all’interno del tavolo della trattativa per capire le intenzioni dell’azienda in un’ottica di futura gestione. C’è molta preoccupazione fra il personale che già da tempo aveva avuto sentore di qualcosa che non andava, visto l’utilizzo costante che c’è stato dall’anno scorso della cassa integrazione ordinaria a causa, si diceva, del Covid".

A cercare di buttare acqua su un fuoco che può scoppiare da un momento all’altro è Roberto Masella (Ugl): "Non è ancora cominciato nulla e per ora sul tavolo ci sono solo ipotesi. Andremo fino in fondo cercando di trovare la soluzione più idonea con tutta la tranquillità necessaria, senza voler creare agitazione da una parte o dall’altra. Non vogliamo entrare subito in contrasto con la proprietà, i lavoratori non sono pessimisti perché l’azienda è sana ed è più di 60 anni che è sul territorio. Oggi ha l’esigenza di rivedere il numero di dipendenti ma l’azienda, ripeto, è solida".