
"Ho agito per il bene dell’Ast". Sicurezza sul lavoro e ritardi nei referti: doppia archiviazione per l’ex dg. "Sono stata coinvolta ingiustamente, smentite tutte le strumentalizzazioni".
Cadute le ipotesi di reato – violazioni in materia di sicurezza dei lavoratori e rifiuto atti d’ufficio – a carico di Daniela Corsi, in qualità di direttrice dell’Area Vasta 3, inerenti all’attività del reparto di Anatomia Patologica. Per entrambi procedimenti è stata disposta l’archiviazione. Il primo filone d’inchiesta era legato al presunto mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori (si sarebbe accumulata una significativa quantità di campioni da analizzare, con una concentrazione di formaldeide sopra il livello di guardia), mentre nel secondo l’ipotesi di reato era legata ai ritardi nei referti e all’esternalizzazione di alcuni servizi. L’archiviazione è arrivata a circa quattro mesi dalla conclusione delle indagini preliminari, a commento delle quali la Corsi aveva detto "di aver sempre agito in scienza e coscienza, nel rispetto delle norme e nell’interesse del sistema sanitario e dei cittadini".
Ora la Corsi, che attualmente è direttrice sanitaria dell’Ast, esprime tutta la propria contentezza. "Accolgo con soddisfazione l’archiviazione di entrambi i procedimenti penali. Sono sempre rimasta fiduciosa nei confronti della magistratura, consapevole della piena legittimità del mio operato e di tutti gli sforzi profusi nel rispetto delle funzioni che mi erano state delegate quale direttrice di Area Vasta 3. È stata fatta piena luce su una vicenda che ingiustamente mi ha visto coinvolta. La tranquillità con cui ho affrontato questo periodo mi ha permesso di continuare a svolgere le attività professionali con massimo impegno. Esco da questa esperienza ancora più rafforzata e determinata. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto nonostante gli episodi di strumentalizzazione mediatica. Come sempre, resto a disposizione della giustizia, con la serenità e la trasparenza che hanno sempre contraddistinto il mio impegno pubblico".
Gli avvocati Michele Ciccarè e Alessandro Verdicchio, legali di fiducia della Corsi, avevano richiesto che la loro assistita fosse interrogata dalla Procura, al fine di chiarire ogni aspetto, in quanto all’esito degli approfondimenti difensivi erano emerse numerose circostanze oggettive rimaste estranee al contenuto dei fascicoli. "Per consentire agli inquirenti un analitico vaglio degli elementi forniti – spiegano – sono state depositate anche delle memorie difensive che hanno contribuito a definire rapidamente la vicenda". Le indagini erano scattate in seguito a segnalazioni sulle criticità del reparto di anatomia patologica dell’ospedale di Macerata, in particolare i tempi di refertazione. "Per quanto riguarda le presunte violazioni in materia di sicurezza dei lavoratori – sottolineano Ciccarè e Verdicchio – l’archiviazione si è imposta poiché la legge escludeva la sussistenza di poteri in capo alla dottoressa Corsi per la valutazione dei rischi aziendali. L’archiviazione può essere definita atto dovuto anche in relazione all’altra ipotesi di reato (rifiuto atti d’ufficio), in quanto le plurime azioni intraprese dalla Corsi per ripristinare la funzionalità del reparto conducevano ad acclarare l’esatto opposto".