Il centro educativo diventa anche panetteria "Per i ragazzi disabili il sogno si è avverato"

La Fondazione Colonna ha donato alla grande famiglia di Santa Maria in Selva le attrezzature per allestire cucina e laboratorio "Serviamo già una quarantina di famiglie con i prodotti del nostro orto". Ma ora si sforneranno anche dolci, biscotti e focacce

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di Chiara

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Focacce, cracker, biscotti, ma anche fette biscottate e in vista del Natale, i giovani panettieri della cooperativa "Di Bolina" proveranno a confezionare persino i panettoni. Nella grande famiglia che si trova nelle campagne di Santa Maria in Selva, a Treia, dove dal 2004 è stato realizzato il centro socio-educativo per persone con disabilità, da qualche settimana, infatti, si sfornano dei prodotti dolci e salati, come in una vera panetteria. Un sogno che è stato possibile concretizzare grazie alla Fondazione Girolamo Colonna di Macerata (che ha coinvolto anche l’azienda "ArtePan" di Sambucheto), la quale ha donato due forni elettrici, un’impastatrice, una planetaria, un abbattitore e un frigorifero, per trasformare la piccola cucina del centro in uno spazio nel quale i ragazzi possono creare quotidianamente i loro prodotti. "La nostra cooperativa ha cominciato alcuni anni fa, vendendo i prodotti che coltiviamo nell’orto alle persone che conoscevamo – racconta Lucia Matteucci, una delle operatrici che segue la cucina –. Poi, con il passaparola, le richieste sono cresciute, tanto che oggi serviamo una quarantina di famiglie a Macerata. Ma adesso, accanto alle verdure, potremo proporre anche i prodotti da forno. E per noi poter contare su tutte queste attrezzature professionali è davvero un sogno". Ieri, il vicepresidente della Fondazione Girolamo Colonna di Macerata, Nicola Colonna, insieme ai consiglieri Francesco Ciotti e Manuel Seri, ha potuto vedere con i propri occhi come sia stata importante la donazione. Un progetto che si è concretizzato perché la Fondazione Girolamo Colonna ha accolto l’appello dell’associazione "Oltre i limiti onlus", che riunisce le famiglie dei ragazzi disabili che si trovano nella struttura e si occupa non soltanto di realizzare progetti per il fine settimana, ma sta lavorando anche per creare, sempre nella cooperativa "Di Bolina", un centro per il "dopo di noi", cioè per sostenere i ragazzi, quando non avranno più i genitori. Con l’arrivo del Covid-19, infatti, alcune attività che l’associazione organizzava all’aperto, come le gite oppure le vacanze, sono state interrotte, e per questo si è pensato a qualche cosa di nuovo che potesse comunque tenere impegnati i ragazzi disabili all’interno della struttura. E così è nata l’idea della panetteria. "La Fondazione Girolamo Colonna di Macerata si è specializzata nell’aiutare le realtà della provincia che seguono delle persone svantaggiate – racconta Nicola Colonna, presidente della Fondazione Girolamo Colonna –. Non si tratta di assistenzialismo, perché non doniamo dei soldi, ma delle attrezzature che possano fare sì che i ragazzi siano coinvolti in varie attività. Queste occasioni sono un momento di grande gioia per noi: stare qui un’ora oggi mi è servito per ricaricare le pile per i prossimi sei mesi". E i ragazzi si sono fatti subito coinvolgere in questo nuovo progetto, in particolare Silvia, diventata il vero braccio destro di Lucia Matteucci nella preparazione di prodotti dolci e salati. "Il centro accoglie venticinque utenti che arrivano da tutta la provincia di Macerata e la nostra equipe è composta da undici operatori – racconta Matteo Cioci, presidente della cooperativa "Di Bolina" –. I principi che indirizzano il nostro modo di lavorare prevedono che tutte le attività svolte abbiano un senso e una direzione, e ci permettano di raggiungere gli obiettivi educativi attraverso dei progetti concreti. "Perciò – aggiunge Cioci –, questo laboratorio di forno e pasticceria nasce in continuità con le nostre attività riabilitative, in evoluzione al progetto dell’orto che già avevamo, per dare un ulteriore strumento di crescita attraverso la concretezza. Ogni ragazzo partecipa a questo laboratorio, come a tutti gli altri che svolgiamo, secondo le proprie voglie, inclinazioni e i propri desideri". All’interno del centro, dove sia gli utenti che gli operatori sono stati vaccinati, ancora ci si può incontrare a orario ridotto, ma dalla metà di maggio la situazione dovrebbe tornare alla normalità. "Questi mesi sono stati molto impegnativi non tanto per il rispetto delle norme e dei protocolli, quanto per il doversi limitare nella vicinanza fisica – spiega ancora Cioci –, nel non potere vivere la nostra sana confusione e la piacevolezza dello stare insieme alle quali eravamo abituati prima. Ci siamo mossi fin da subito per riaprire il prima possibile il centro socio-educativo, limitando molte delle cose che ci fanno stare bene, come la tradizionale settimana di vacanza oppure il torneo di calcetto che organizzavamo con delle altre realtà della zona. Per la presenza nel centro socio-educativo abbiamo diviso i ragazzi in due gruppi, che potevano essere presenti per tre ore la mattina oppure per tre ore nel pomeriggio, con una pausa per sanificare gli spazi tra l’arrivo di un gruppo e dell’altro. Ma nel giro di una decina di giorni dovremo ripartire con gli orari tradizionali.