Il Centro Studi nel nome di don Carnevale

Il presidente Antognozzi, affiancato da Schippa e Stefoni: "Il nostro scopo è divulgare le sue opere nelle università e nelle scuole"

Il Centro Studi nel nome di don Carnevale

Il Centro Studi nel nome di don Carnevale

di Diego Pierluigi

È nel segno di don Giovanni Carnevale che si apre la missione del nuovo Centro Studi, il quale prenderà il nome proprio dal sacerdote, morto nel 2021 all’età di 98 anni, autore di quindici libri e con quarant’anni di ricerche alle spalle. Fu infatti il primo a mettere le mani su documenti originali di un periodo tra il ‘700 e il 1300, che lo portò a redigere la rivoluzionaria tesi sul fatto che Carlo Magno sia sepolto proprio all’Abbazia di San Claudio. "Il nostro scopo sarà quello di approfondire e divulgare la ricerca dello storico Giovanni Carnevale, e il principale compito del Centro Studi mirerà a diffondere la scoperta di Aquisgrana in Val di Chienti, nelle università, nelle scuole e in ogni luogo affinché possa portare a tutti cultura e benessere intellettuale – ha affermato il presidente Domenico Antognozzi –. Abbiamo scelto come logo Abul Abbas, l’elefante albino che il Califfo di Bagdad inviò in dono a Carlo Magno nel 798, la sua immagine è conservata al museo del Prado di Madrid, ma i suoi resti sono sepolti vicino alla chiesa di San Claudio al Chienti". Già definito l’organigramma della nuova realtà. Oltre alla guida Domenico Antognozzi ci saranno Giuseppe Schippa, nel doppio ruolo di segretario e vicepresidente, e la tesoriera Adriana Stefoni, che saranno affiancati dai consiglieri: Agnese Mengarelli, Giandiego Campetella, Luca Natali, Enzo Mancini e Albino Gobbi. Inoltre le attività da mettere in calendario verranno sviluppate in sinergia con il Comune di Corridonia e l’associazione culturale "La Contesa della Margutta" della presidente Lara Pierantoni. "Al momento siamo circa 30 iscritti e puntiamo a crescere – ha sottolineato Antognozzi –. In programma abbiamo la presentazione di alcuni libri, tra cui studi sul Capitulare de villis e Francesco d’Assisi, che faranno parte di un iter culturale finalizzato a valorizzare la chiesa anche fuori dai confini italiani, aumentando così il flusso turistico. Con il nostro impegno manterremo la struttura aperta ed in ordine, fornendo accoglienza, basti pensare che negli ultimi cinque anni sono arrivati quasi 300.000 mila visitatori e, mentre molti prima capitavano per caso, oggi giungono studiosi da ogni parte di Europa incuriositi dalla tangibilità degli studi di Carnevale – ha chiosato –. In mente c’è anche l’organizzazione di gite culturali da effettuare nelle località carolinge e francescane d’Italia".