"Il carabiniere non si fa ovunque nello stesso modo. Dobbiamo ’calzare’ il territorio, per usare un termine che qui può essere particolarmente adatto viste le aziende della provincia". Il colonnello Raffaele Ruocco da quattro mesi monitora il territorio dove è stato chiamato, per il suo primo incarico da comandante provinciale dell’Arma. I punti alla sua attenzione sono la ricostruzione, i reati contro gli anziani e i problemi di sicurezza legati alla mala movida.
Casertano di 45 anni, sposato e padre di due bambini, dopo la maturità classica alla militare Nunziatella è entrato all’Accademia di Modena, diventando sottotenente nel 2000. Poi è stato assegnato al sesto battaglione carabinieri Toscana, e nel 2004 è stato impegnato a Sarajevo nell’operazione Msu-Sfor. Rientrato in italia, ha comandato il Nucleo operativo di Gioia Tauro, dal 2006 la Compagnia di Corigliano Calabro e dal 2010 quella di Rivoli (Torino). Quindi, nel 2015 con il grado di maggiore è stato destinato al comando della terza sezione dell’Ufficio logistico, dove è rimasto fino al 2021. In questo periodo al comando generale ha frequentato diversi corsi, tra cui il Nato logistic course in Germania. A settembre 2021, da tenente colonnello, ha assunto il comando del Reparto operativo di Siracusa. Ha due lauree, in giurisprudenza e scienze della sicurezza, prese alla Sapienza e a Tor Vergata di Roma.
"Non ero mai stato nelle Marche – ha detto ieri presentandosi –, ma ho avuto l’impressione di una popolazione pratica, che vuole poter lavorare, e molto cordiale". Dal suo arrivo, lunedì, ha iniziato a incontrare le istituzioni locali, a partire dal prefetto Isabella Fusiello e dal procuratore Giovanni Narbone. "Ci sono le condizioni per continuare il lavoro avviato da chi mi ha preceduto. Ai miei carabinieri ho chiesto di saper leggere il territorio per fornire risposte tempestive ai fenomeni e darci obiettivi concreti e misurati. Dobbiamo essere vicini alle comunità che ci sono affidate" ha aggiunto citando un passo della lettera a Lucillo: "Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare". Dai primi incontri e dalle informazioni prese nei mesi scorsi, ha tracciato un quadro della situazione locale: "Ci sono numerose ditte da fuori regione per la ricostruzione post sisma. C’è la composizione anagrafica della popolazione, che espone a particolari tipi di reati. Infine c’è una comunità universitaria importante, che ha necessità di studiare e divertirsi, con i fenomeni connessi alla mala movida quando il divertimento esce dai canoni. Infine la comunità è multietnica, e la convivenza può determinare problemi di varia natura. A Civitanova, in particolare, la presenza di tanti locali può dar luogo a problemi come le risse, soprattutto se connessi all’uso di droghe". L’ufficiale ha ringraziato da subito prefetto e procuratore e apprezzato la collaborazione con polizia e finanza, e ha assicurato la massima efficienza "al servizio del cittadino".