
Il progetto per il porto di Civitanova
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato da Eurobuilding contro la sentenza del Tar (la 197 del 2023) che aveva rigettato il ricorso della società privata per annullare la delibera del consiglio comunale, che nel marzo 2022 bocciò la proposta del porto Dubai. Dall’istruttoria e dall’esame dei documenti chiesti alla Regione a integrazione del fascicolo, "è emerso in modo chiaro e inequivocabile che il progetto presentato, lungi dall’essere circoscritto alle sole aree afferenti la nautica da diporto, presenta caratteristiche proprie dell’atto di pianificazione dell’intera area portuale e perfino di quella più vicina, non strettamente prevista dal piano regolatore portuale, con cambi di destinazione di numerose aree in concessione, pianificazione che rientra nella competenza del soggetto pubblico, il quale la potrà realizzare solo approvando una variante generale o un nuovo piano regolatore portuale".
È il succo della sentenza 04114 del 13 maggio, che sancisce come il progetto di Eurobuilding non coinvolge solo la darsena nord (diporto), ma un comparto esterno alla superficie del Piano regolatore portuale, con la previsione di 7 edifici, 4 torri di otto piani, alberghi e residenze. A questo scopo la Eurobuilding aveva chiesto la gestione di 197mila metri quadrati a terra e 292mila di specchio acqueo per la durata di 90 anni. Il verdetto conferma quanto già deciso dal Tar e in entrambe le sedi è stabilito che non c’è un obbligo giuridico a carico del soggetto pubblico di procedere alla pubblicazione del progetto per il solo fatto, in sé, della sua materiale presentazione da parte del privato, e questo per i giudici vale nel caso di Civitanova in ragione della extraterritorialità, che vede collegate aree del porto con aree limitrofe del territorio comunale.
Rigettata anche la tesi della Eurobuilding sull’utilità sociale: nel ricorso la società ha descritto il suo progetto come "una grande occasione per il territorio, un importante passo avanti non solo per il porto, ma per l’economia locale. Occasione che il Comune non ha inteso cogliere, senza avere altre idee progettuali alternative che possano consentire alla ricorrente quanto meno di parteciparvi ad armi pari in una procedura competitiva. In pratica si è scelto l’immobilismo, e anzi la guerra a chi cerca di fare qualcosa per il territorio, anche per il suo interesse personale, beninteso". Argomenti che per la corte amministrativa di appello confermano "che il progetto verte in realtà in materia di programmazione e pianificazione del territorio, caratterizzato da ampia discrezionalità, rientrante nelle funzioni fondamentali degli enti territoriali di governo del territorio". Da vedere se la partita legale si chiude qui o se Eurobulding deciderà di proseguire la battaglia.
Lorena Cellini