Formalmente è un adempimento contabile che consente a Cosmari Srl di mettere già in bilancio 2023 quello che incasserà dalla tassa dei rifiuti (Tari) nel 2024. Concretamente, però, la nota informativa inviata ai comuni dalla società, contenente la verifica dei crediti e debiti reciproci, mette nero su bianco le somme da sborsare. Relativamente al 2023 e a una parte del 2024 i Comuni devono pagare oltre cinque milioni in più, corrispondente a un aumento della Tari del 13%; c’è poi un altro 6% di aumento da versare nel 2025. Per i centri più piccoli si tratta di alcune migliaia ma anche di una o due decine di migliaia di euro, somme che salgono per i centri più grandi. Sono, è vero, incrementi legati a circostanze straordinarie che si sono saldate insieme negativamente producendo per Cosmari un disavanzo economico stimato, nel triennio 2023-2025, di circa 18 milioni di euro, rispetto al Piano economico finanziario approvato in precedenza. In particolare, nel 2022, i costi operativi sono aumentati del 30% sul 2020; nel 2023 ha pesato un’inflazione al 4,5%, pari a 1,7 milioni di euro, e c’è stata la lievitazione dei costi ammissibili per effetto del’inflazione inclusa da Arera (13,7% per il 2024, e l’8,8% per il 2025). Ad aggravare la situazione, però, ha concorso fortemente la necessità di portare i rifiuti fuori provincia. Cosa che è stata prevista per un breve periodo e a costi contenuti, ipotizzando l’entrata in funzione della discarica d’ambito nel 2025.
Le cose, però, sono andate diversamente: i rifiuti finiscono – e finiranno – fuori provincia per un periodo più lungo e a costi maggiori di quelli preventivati, visto che a oggi l’unico accordo chiuso è quello che consente di portare i rifiuti nel sito di Tavullia, in provincia di Pesaro. Ma a un costo di 140 euro a tonnellata (più le spese di trasporto) nei confronti dei 102 per smaltire i rifiuti a Fermo e degli 80 che si spendono smaltendo i rifiuti a Cingoli. Quanto all’ampliamento della discarica di Fosso Mabiglia, in attesa che sia individuato il sito per una nuova discarica, se non ci sono intoppi il progetto dovrebbe essere depositato entro maggio per avere l’autorizzazione dalla Provincia. Un procedimento che può richiedere anche nove mesi di tempo, tant’è vero che si stanno studiando possibili scorciatoie. Anche se queste fossero trovate, però, la previsione è che il nuovo spazio non sia pronto prima della fine del prossimo anno (doveva esserlo per la primavera), in ritardo sui tempi previsti. E, quindi, il periodo in cui i rifiuti saranno trasferiti altrove si è già allungato, con inevitabile incremento dei costi, che produrranno ulteriori aumenti della Tari.