Mattina di protesta quella di ieri in piazza Battisti, per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil a seguito della nuova legge finanziaria e dei mancati aiuti del governo, promessi in sede di campagna elettorale. "Una piazza così non si vedeva da tempo – ha detto dal palco Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil –, i lavoratori in massa hanno deciso di scioperare tra settori pubblici e privati. Questa è la dimostrazione che il paese reale non è quello raccontato da Salvini o dalla Meloni".
"Nessuna tassazione sugli extraprofitti – sottolinea Manuel Broglia, segretario regionale della Uil –, nessuna prospettiva di crescita per industrie e sanità. I giovani hanno difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e a sperare in una pensione accettabile, è una vergogna. Se si parla poi di sicurezza sul lavoro, non è pensabile che una persona esca di casa e non faccia ritorno". "Una legge di bilancio illegittima, discriminatoria, che impoverisce e non lascia futuro – denuncia Marcello Evangelista, segretario regionale Uil Fpl –. Andremo avanti finché il governo non tornerà indietro". "Siamo stanchi di vederci derubati di oltre quarant’anni di contributi, a fronte di un’evasione fiscale che non viene arginata – accusa Romina Maccari, segretaria generale dello Spi Cgil –. Si toglie ai poveri per dare ai ricchi. Non è un governo degno di un Paese democratico". Rabbia e sfiducia lampanti, aggravati dalla mancata possibilità per tutti di partecipare allo sciopero: "La mia solidarietà va ai colleghi che non possono condividere la piazza con noi, a causa di scelte scellerate limitanti la libertà di sciopero – interviene Angelo Ceccarelli, Filt Cgil –. Il nostro settore non ha risorse per rendere il trasporto pubblico efficace, i lavoratori percepiscono salari d’entrata tra i più bassi d’Italia e sostengono ritmi massacranti. È una situazione insostenibile".
Prende la parola Antonio Spaziano, segretario Uil Scuola Marche: "La scuola lavora in continua emergenza, tra precariato e mancata formazione; è un organo costituzionale che non va ridimensionato, ma migliorato". Il diritto allo studio è rivendicato anche da Martina Gagliardi, coordinatrice dell’associazione studentesca Officina Universitaria: "Le istituzioni devono riconoscere l’importanza dell’istruzione, agevolandone l’accesso e investendo nelle infrastrutture. Sempre più sono gli studenti che sperano in borse di studio assenti e gli stagisti sfruttati per il profitto delle aziende. Dovremmo poter vivere, studiare, lavorare senza la paura che ci crolli il mondo addosso, letteralmente". Filomena Palumbo della Feneal aggiunge: "Bisogna sensibilizzare i governi locali, in questa regione martoriata dal sisma. E il diritto allo sciopero non dobbiamo farcelo togliere da nessuno". "La gente ci chiede risposte che non sappiamo dare – racconta Sonia Fabbri, responsabile del patronato Inca Cgil Recanati – tra casi di previdenza, possibilità lavorative ridotte per le donne e mancato supporto al reddito". Lara Ghiglione, segretaria nazionale Cgil, tira le somme: "Vogliamo un paese che contrasti mafie e neofascismi, che ripudi le guerre, che arricchisca i servizi costituzionali. La nostra è una speranza che non potrete spegnere".