
Anche a Macerata oggi si terrà la manifestazione in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil, in piazza Battisti dalle 9.30. "Nonostante gli inqualificabili tentativi da parte del governo di ridurre l’impatto dello sciopero – affermano Daniele Principi e Sergio Crucianelli, segretari provinciali dei due sindacati – abbiamo ricevuto segnali molto positivi sulla partecipazione sia dai settori pubblici che da quelli privati. Le ragioni alla base della protesta sono sentite dalla cittadinanza: la perdita di potere d’acquisto che sta mettendo in ginocchio le famiglie, la precarietà che ormai segna la vita delle stragrande maggioranza dei lavoratori, il ritorno alla legge Fornero peggiorata per l’accesso alla pensione, sono tutti temi che in queste settimane di assemblee hanno incontrato la totale condivisione delle persone che oggi sono pronte a far sentire la propria voce".
"Oggi – proseguono i sindacalisti – è tempo di pretendere risposte da parte del governo, che invece sconfessa tutte le promesse fatte in campagna elettorale e presenta una legge di bilancio carente di idee e di strategia, dove si prosegue nella politica di austerità e di tagli lineari". Sul palco oggi si alterneranno sindacalisti e delegati dei vari settori, studenti e pensionati. Concluderà Lara Ghiglione, della segreteria nazionale della Cgil. In piazza anche i lavoratori della sanità, delle autonomie locali e del terzo settore, preoccupati dalla legge di bilancio che il segretario regionale Marcello Evangelista e il segretario territoriale Andrea Santavicca della Uil Fp definiscono "iniqua e insoddisfacente. Un colpo durissimo ai salari che stanno perdendo il potere d’acquisto, complice una inflazione fuori controllo per la speculazione delle aziende e gli extraprofitti non tassati adeguatamente. Una delusione profonda per i tanti che si aspettavano il superamento della legge Fornero e che invece si sono ritrovati con quota 103 ancora più penalizzante: chi andrà in pensione dal 2024 rischia di vedersi ridurre il proprio assegno fino al 20 per cento e l’opzione donna sale a 61 anni. Infine preoccupa la deriva verso il privato della sanità". In questi giorni i sindacati erano impegnati anche con i contratti integrativi. "In qualche caso siamo stati in difficoltà. Molte amministrazioni hanno rimodulato il calendario degli incontri, ma si è distinta negativamente l’Azienda sanitaria di Macerata. I lavoratori dell’Ast stanno per chiudere un contratto integrativo che pesa per circa 19 milioni di euro nelle tasche degli oltre 2.800 addetti, in assenza di un direttore che si insedierà solo il 5 dicembre. Inaccettabile che la nostra istanza di rinvio sia stata ignorata".