"Il Giro tra i terremotati, segnale di speranza"

Festa nell’entroterra per il passaggio dei ciclisti. Gli sfollati: "Vetrina per il territorio, ma nei nostri paesi c’è sempre meno gente"

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di Lucia Gentili

Nel luoghi del sisma, oltre la pioggia. Ieri l’entroterra ha fatto da scenario al passaggio del Giro d’Italia. La sesta tappa dalle Grotte di Frasassi ad Ascoli ha attraversato anche Matelica, Castelraimondo, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Visso, Castelsantangelo sul Nera. Ovvero un percorso di 160 chilometri tra i sali-scendi dell’Appennino, con 3.400 metri di dislivello, che si è concluso verso le 17.15 con la vittoria dello svizzero Gino Mäder con una lunga fuga in solitaria. Si sono accesi i riflettori sulla montagna e, malgrado il maltempo, grandi e piccini hanno aspettato l’arrivo della carovana. La strada provinciale 256 Muccese, che da Castelraimondo sale a Camerino e scende verso Muccia, è stata una delle principali arterie del passaggio. Ai lati, anche le casette, le cosiddette Sae, soluzioni abitative in emergenza. "Queste manifestazioni – esordisce un abitante, Andrea Lattanzi, agente di commercio per il settore ristorativo – possono essere utili a dare visibilità, a far conoscere il nostro territorio, che vive la doppia emergenza sisma-Covid. Confidiamo nella ripartenza". Dal 2017 Lattanzi vive nella casetta e la sua abitazione, in centro storico, deve essere ancora demolita e ricostruita. "Ben vengano iniziative come questa – aggiunge l’82enne Adelaide Ramadori –, creano un po’ di colore e movimento. Qualcosa si sta muovendo anche sul fronte della ricostruzione, la mia casa, dopo cinque anni, è stata ricostruita". Alessandro Cupidi di Pievebovigliana (Valfornace), ex bancario che attualmente collabora con la società L’Aquila 2009 (formata da imprese per la ricostruzione) evidenzia un aspetto: la mancanza di strutture ricettive. "Innanzitutto per il passaggio del Giro d’Italia – spiega questi – sono state messe a posto alcune strade, e non è cosa da poco. Ma bisogna lavorare molto sulla ricettività. La Regione dice che le Marche devono vivere di turismo. Però i nostri borghi sono sempre più spopolati; nel ricostruirli, si potrebbe pensare a una sorta di albergo diffuso, con una gestione. Inoltre c’è una legge castrante secondo la quale sulle seconde e terze case non si possono fare varianti in corso d’opera, ma bisogna attendere due anni dal collaudo. Insomma, per agevolare la ripresa, bisogna incentivare il turismo". Segnala qualche disagio per la sospensione della viabilità con due ore di anticipo, Emanuele Pascucci, proprietario del supermercato di Muccia. "Il lato positivo – afferma – è che magari qualcuno che partecipa per la prima volta alla gara veda queste zone e se ne innamori, ritornandoci. È una vetrina che dà una certa visibilità. Poi sono state sistemate e ripulite le strade. È una bella occasione di promozione del territorio. Di contro le persone, per paura di restare bloccate per strada, con la circolazione sospesa, si sono ritirate prima del previsto. Le altre volte non era stato così".

Lavora a Roma e vive sopra Colfiorito un cliente, Luca Bernabei, che ama queste terre e spera in manifestazioni anche oltre le due ruote. "Sinceramente non abbiamo registrato un grande riscontro – afferma Franca Bernardini, titolare del Riky Bar (passata da 100 a 30 metri quadri con la delocalizzazione) –, con il Covid a livello locale si è fermato un po’ tutto e la ricettività sta a zero". "Ok la Quadrilatero e la Pedemontana – interviene l’amico Francesco Drago, ufficiale di polizia giudiziaria – ma è necessario potenziare anche le infrastrutture delle aree interne. Serve una maggiore attrattività". "Ho lavorato per il Giro d’Italia quando fu rilanciato da Mediaset – dice Giancarlo Copponi – serve a dare uno spunto, una visibilità maggiore soprattutto nelle aree come Visso e Castelsantangelo sul Nera".

Quest’ultimo paese ieri ha ospitato la partenza del Giro-E, il giro elettrico, sulle strade della Corsa Rosa con biciclette a pedalata assistita. L’83enne Giuseppa Carbonetti e Luciana Rivelli, 74 anni, che sono diventate ancora più amiche dopo i 13 mesi passati ai container nel post-sisma, hanno aspettato felici i corridori. "Dopo mesi chiuse in casa, almeno succede qualcosa!", affermano. Fernanda Pandolfi e il figlio, l’ingegner Primo Marsili, hanno atteso il passaggio in via Clementina, sempre a Muccia. Non molto distanti gli alunni della scuola "De Amicis", che comprende asilo ed elementari. È stata inaugurata nel giugno 2019, ricostruita dopo il terremoto da ABF (Andrea Bocelli Foundation) anche con il contributo dei lettori di Qn-Carlino. E ieri, con bandierine e striscioni, i bambini erano lì, ad applaudire e salutare ciclisti e scorte.