Il no vax pentito in semi-intensiva "Ho sbagliato, non fate come me"

Il 35enne di Corridonia Andrea Salvi: per sei giorni col casco in posizione prona, ho avuto paura "Credevo che la malattia non fosse niente di che, mi sono ritrovato come sotto una pressa che ti schiaccia"

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di Marta Palazzini

"Se potessi tornare indietro mi vaccinerei". Andrea Salvi è un 35enne di Corridonia, di professione meccanico, che si trova nel reparto di medicina d’urgenza a Macerata, perché dopo aver contratto il Covid un paio di settimane fa, si è reso necessario il ricovero in semi-intensiva: per sei giorni ha dovuto indossare il casco per l’ossigeno e si è resa inevitabile la "pronazione" per insufficienza respiratoria acuta. Al momento del ricovero, i suoi polmoni risultavano danneggiati per il 70 per cento. Oggi, dopo aver guardato la morte in faccia, si pente di aver creduto a chi gli diceva che "le persone in buona salute non sviluppano la malattia grave".

Salvi, al momento come sta?

"Sono in netto miglioramento, ma ho bisogno di riposo perché devo recuperare dalla gravissima polmonite che ho avuto. Senza l’ottimo lavoro di tutto il reparto, dei dottori Manuele Rossi, Diego Gattari, Eleonora Gabrielli, Paola Milini, Mauro Giustozzi e di tutto lo staff degli infermieri non so se ce l’avrei fatta, sono stati magnifici".

Ci racconti cosa ha affrontato.

"Ho portato il casco per sei giorni in posizione prona, e lo potevo togliere solo per mangiare; bevevo da una cannuccia. Ti sfonda le spalle, sei come sotto una pressa che ti schiaccia ma devi respirare perché non vuoi morire, la trachea sembra volerti uscire fuori dal collo per il peso che senti addosso. Ho avuto paura: una sera mi hanno detto che il giorno dopo, se non fossi migliorato, mi avrebbero intubato. Queste forme gravi le hanno per la maggior parte i non vaccinati, e questi sopravvivono o muoiono: qui dentro chi ha il vaccino a quei livelli non ci arriva".

Perché non si era vaccinato?

"Innanzitutto avevo paura delle reazioni avverse, e poi secondo me alcuni programmi televisivi hanno permesso di veicolare messaggi sbagliati, hanno dato voce ai no vax che dicono che questa malattia non è niente di che, soprattutto se si è in salute: ma io ho avuto una grave polmonite, sebbene fossi in perfetta salute, non ho mai fumato e sono uno sportivo. Hanno contribuito anche le fake news online".

È arrabbiato con se stesso?

"No, ho fatto un errore e ne sto pagando le conseguenze; da questo errore però ne voglio uscire avendo imparato una lezione, perché non posso tornare indietro. Ma se potessi, mi vaccinerei. Credo che la mia testimonianza possa servire a far capire qual è la situazione a quei cittadini che come me non vedevano la realtà".

Provi a convincere un no vax.

"Oltre alle competenze delle persone che lavorano qui, sono stati i farmaci a salvarmi la vita: mi hanno fatto più di 30 punture di eparina sullo stomaco, 15 prelievi tra emogas e normali, due tac di cui una con contrasto, una lastra, farmaco salvavita, cortisone, antibiotici, protettori a litri. A chi ha paura del vaccino dico che sarebbe stato molto meno di tutto quello che ho assunto in una settimana".