di Ennio Ercoli
Papa Francesco plaude la Confraternita di Civitanova, mentre il sindaco e l’amministrazione sono assenti, benché invitati, alla storica celebrazione dei 500 anni di sabato scorso. Banchi vuoti in prima fila. Presente invece la Guardia di finanza con il Tenente Christian Giannini (volante), inviato dal comandante della Compagnia, il capitano Tiziano Padua. Così per il mezzo millennio di attività religiosa e caritativa della "Confraternita del SS. Sacramento" – fondata il 7 gennaio del 1523 – Papa Francesco, tramite il proprio Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ha inviato al parroco di San Paolo don Alberto Spito e all’amministratore don Francesco Miti, un commovente messaggio, letto dall’Arcivescovo di Fermo, Monsignor Rocco Pennacchio, al termine della solenne messa celebrata nella chiesa di piazzale Garibaldi, nella sera del 7 gennaio.
"In occasione dei 500 anni di fondazione della Confraternita del SS. Sacramento di Civitanova il Sommo Pontefice-Papa Francesco è lieto di inviare – questo il testo ufficiale – il suo cordiale e bene augurante saluto. Egli auspica che l’importante evento "ravvivi" in ciascuno sinceri propositi di generosa adesione a Cristo e di gioiosa testimonianza evangelica". "Sua Santità incoraggia a rinnovare il culto eucaristico – prosegue il cardinale Parolin – riscoprendone il valore e la centralità nella vita cristiana. E assicurando il suo ricordo nella preghiera volentieri invia l’implorata benedizione apostolica all’amministratore parrocchiale, ai membri del sodalizio e a quanti si uniranno alla celebrazione giubilare, chiedendo di continuare a pregare per lui". "Le parole del Papa da sole valevano più dell’omelia, tanto valeva leggerle subito", ha scherzato con amabile sorriso l’Arcivescovo Pennacchio, dopo gli scroscianti applausi dei fedeli, dei confratelli (tra cui Tullio Bizzarri, 82 anni, che è stato Priore per molti mandati) e dei membri del formidabile coro Polifonico Jubilate, diretto da Isabella Lupi. "Questa di Civitanova è una delle poche che ho avuto occasione di seguire da vicino nella concreta attività e posso attestare – ha affermato Pennacchio – che si sforza di essere fedele ai principi ispiratori. Ha attuato l’impegno dei laici quando si pensava che la santità fosse appannaggio solo dei "consacrati". Auspico pertanto che vi siano sempre più forze nuove". L’impegno è per tutti: poveri e ricchi, intellettuali e popolo. Il professor Matteo Gentili, nella relazione storica prima della messa, ha ricordato come nei secoli i "confratelli abbiano vissuto accanto alla gente, distribuendo grano in tempo di carestia, soccorrendo i malati, quando non c’erano gli ospedali, alimentando la fede consegnando la comunione agli infermi nelle case. Negli Anni ‘60 i soci erano ben 175. Una meta da perseguire nuovamente".