Il parroco: "Mantenere le promesse"

Al termine della processione, a sorpresa, don Zorzolo non è stato tenero con gli amministratori presenti

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di Asterio Tubaldi

Certo che a don Roberto Zorzolo, parroco della chiesa di Sant’Agostino, non gli si può imputare mancanza di coraggio, se ha scelto proprio il momento dell’omelia in chiesa, a conclusione della processione di Cristo Morto, per togliersi dalle scarpe qualche sassolino, lanciando espliciti messaggi all’Amministrazione comunale. Quale occasione migliore, di fronte ad una chiesa gremita di fedeli e con in prima fila schierato il gotha della giunta, con in testa il sindaco Antonio Bravi e il suo vice Mirco Scorcelli?

Don Roberto ha ricordato che per essere cristiani bisogna mantenere le promesse: "Non è vero?" rivolgendosi ai fedeli tutti. Ma poi la stoccata quando si è augurato che anche il sindaco mantenga le sue promesse, come quella di riaprire la chiesa di San Vito, ingabbiata quest’anno dentro un cantiere per via dei lavori di ristrutturazione dell’omonima scuola elementare e media. Da sempre questa chiesa, pur chiusa ai fedeli per le funzioni religiose, ha ospitato i riti del venerdì santo. Dopo quelle parole di richiamo alle promesse mancate, rivolgendo il suo sguardo diritto al sindaco Bravi, il gelo è calato nelle prime file dei banchi della chiesa: essere messi in mora di fronte ai cittadini e nel corso di una cerimonia solenne, come quelle del venerdì santo, non fa certo piacere a nessuno. La cosa, infatti, non è piaciuta ai vertici del palazzo che avrebbero poi scambiato in sacrestia qualche battuta risentita con il parroco polemico che, secondo chi ha assistito alla scena, non si sarebbe più di tanto scomposto. Anzi. Don Zorzolo era da tempo che aspettava proprio questo momento. Ritiene di aver dovuto ingoiare, negli ultimi mesi, troppi rospi, come quello di vedersi installato un gazebo in ferro, ad uso ristorazione e bar, proprio davanti l’ingresso della sua chiesa. Non è valso a nulla aver convocato giunta e titolare del gazebo per trovare una soluzione diversa e l’amministrazione non ha colto la sua proposta di spostare quella struttura sotto la torre dell’acquedotto, distante dal sagrato della chiesa una ventina di metri. Un certo disappunto c’era già stato tempo prima, quando alcuni lavori promessi per la chiesa di propietà comunale non sono stati eseguiti o completati, come quello degli impianti di riscaldamento ed elettrico, quest’ultimo eseguito a metà dopo l’incendio del settembre 2020 divampato all’interno della sacrestia. Il sindaco è ’avvisato’: se non manterrà le promesse, si prepari alla prossima fustigazione pubblica.