Il piano di Confindustria per aiutare le aziende associate

Studio dei punti di forza e di debolezza con il progetto "Assocheck": "Troviamo le migliori strategie per affrontare la fase di incertezza"

Migration

Quanto vale un’impresa e quali sono gli aspetti da migliorare: è l’obiettivo del progetto "Assocheck", messo in campo da Confindustria Macerata insieme a Unimc, Istao e Network consulting group; in un contesto internazionale sempre più difficile, l’associazione di categoria ha pensato a uno strumento per le aziende del territorio, attraverso cui sia possibile fotografare criticità, spazi di miglioramento e potenziale di un’impresa, in modo di poter adottare strategie migliori, perché "la consapevolezza è il primo requisito per avviare la ripresa". "Siamo in un momento di grandissima fragilità e incertezza – ha detto il direttore di Confindustria, Gianni Niccolò –. Vogliamo fornire ai nostri imprenditori una fotografia della propria azienda, attraverso otto aspetti principali: governance, portafoglio prodotti, mercato e vendite, operation, controllo e amministrazione, persone e competenze, digitalizzazione e infine sostenibilità. L’obiettivo del progetto, però, non è solo esaminare lo stato di un’azienda, individuandone le problematiche, ma anche trovare le migliori strategie per dare il meglio in ciascuna di queste aree. Saranno previsti dei momenti di discussione e condivisione con gli atenei". "Ci siamo chiesti che cosa potevamo fare per le nostre aziende – ha spiegato Marco Ragni, vicepresidente vicario con delega al management e digitalizzazione –: la produzione è scesa dell’1,4%, le aziende hanno problemi di reperimento delle materie prime e l’inflazione cresce a ritmi sostenuti. Ci sono difficoltà nel reperimento delle risorse umane, e in una fase così veloce emerge anche l’inadeguatezza della politica. Questo progetto è la cartina di tornasole della propria organizzazione aziendale". "Lo strumento è composto da 56 domande che riguardano le otto aree – ha illustrato Alberto Mari, presidente Network consulting group –. Il report fornisce il grado di adeguatezza organizzativa, i punti di forza e quelli di debolezza". Un altro aspetto tra i più problematici è quello del reperimento del personale. "La situazione è drammatica – ha riferito Sabrina Dubbini, responsabile education Istao –. C’è da fare un lavoro enorme". "L’Università ha messo in campo i suoi docenti per l’attività di progettazione e innovazione – ha aggiunto Elena Cedrola, direttrice del dipartimento di Economia e diritto –: gli studenti affiancheranno i professionisti, al fine di applicare ciò che finora hanno studiato, ma anche per dare un punto di vista diverso e innovativo".

Marta Palazzini