Il ritorno delle palestre: corsi all’aria aperta "Chiusi da sei mesi, c’è voglia di ripartire"

Dai parcheggi alle terrazze, i titolari ci provano: allenamenti distanziati e in sicurezza, così ristabiliamo un contatto con i clienti. I fratelli Lumi e Pantanetti: "Sussidi ridicoli e da gennaio non sono stati più pagati neanche gli istruttori, il governo ci ha stroncato"

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di Chiara Sentimenti

L’aria non è ancora quella primaverile tipica del mese di aprile, ma per tornare a fare un po’ di sport insieme ai propri compagni di corso in tanti sono disposti a fare qualche sacrificio. Visto che le palestre devono restare ancora chiuse, ci sono alcune strutture che hanno ripreso con i corsi all’aperto, utilizzando tutti gli spazi disponibili, come terrazze o parcheggi, che sono delimitati per permettere comunque un allenamento in piena sicurezza. Certo, è una situazione provvisoria per riprendere il contatto con i clienti, dopo mesi di attività unicamente dietro allo schermo di un pc, in attesa che le palestre possano riaprire davvero. "Siamo sempre stati accanto ai nostri clienti anche quando eravamo in zona rossa – racconta Elsid Lumi, titolare della palestra "Lume Fitness club" di Colleverde –, tramite Zoom e la nostra App per le lezioni on demand. Già attraverso questi strumenti si sentiva la voglia di ritrovarsi e adesso abbiamo pensato di cominciare con le lezioni in presenza, all’aperto e in sicurezza, con tutti i dispositivi necessari per sanificare gli attrezzi. Queste lezioni contribuiscono a dare un po’ di ottimismo per il futuro, perché c’è voglia di ricominciare e cercheremo di mantenere questa situazione di interno ed esterno anche con la riapertura della palestra". Nonostante le palestre siano chiuse da ottobre, i titolari delle strutture hanno cercato di reinventarsi in questi mesi, per mantenere sempre un contatto con i clienti. C’è anche chi, come Elsid Lumi e il fratello Mario, ne ha approfittato per avviare dei nuovi lavori, prendendo ad esempio in gestione la piscina di Montecassiano, dove ora sono in corso dei lavori di sistemazione, e che sperano di potere aprire non appena il governo darà il via libera alla ripartenza degli impianti natatori. "Questi sei mesi sono stati veramente duri e impensabili – aggiunge Lumi –, sapevamo che il futuro sarebbe stato incerto, ma non pensavo così tanto, perché ero convinto che a gennaio avremo ripreso l’attività, visto che abbiamo sempre dimostrato di rispettare le regole, sanificato gli ambienti, misurato la temperatura, tenuto un tracciamento di tutte le persone che frequentavano la palestra. Così non è stato, ma dalle difficoltà possono nascere nuove idee e per questo abbiamo deciso di prendere in gestione anche la piscina". Visto che le palestre sono ancora chiuse, non è possibile utilizzare gli spogliatoi e le docce, per questo tutti gli atleti che frequentano i corsi all’aperto devono arrivare già pronti per la lezione. "Adesso che il tempo ce lo permette sfruttiamo il terrazzo e una parte del parcheggio per alcuni corsi all’aperto – aggiunge Luca Pantanetti dell’Officina di Fidia, nella zona industriale di Corridonia –, mentre sulle nostre piattaforme continuano i corsi online. È un primo modo per riprendere il contatto con i clienti, perché tante persone non vedono l’ora di tornare, mentre altre hanno ancora paura. Questi sei mesi sono stati una tragedia, i sussidi sono stati ridicoli e da gennaio non si sono più visti nemmeno quei due soldi che davano agli istruttori. Ci dicono che arriveranno, ma nel frattempo siamo quasi arrivati a maggio. Nonostante questo, cerchiamo di essere positivi e di pensare che ci riprenderemo. Capiamo benissimo le difficoltà della pandemia e sappiamo che era giusto prendere dei provvedimenti, ma si potevano anche fare delle scelte diverse, dando la possibilità di lavorare, anche in modo limitato o con delle restrizioni, a chi ha dimostrato di non contribuire alla diffusione del Covid-19. Invece, così ci hanno stroncato e solo ora si comincia a sentire parlare delle palestre che, per mesi, sono state dimenticate".