Il santuario inagibile Messe nel tendone per i fedeli delle Vergini "È ancora tutto fermo"

I parrocchiani scrivono a Mattarella, Sangiuliano, Castelli e Parcaroli: "D’inverno è freddissimo e d’estate un forno, spuntano topi e insetti. Vogliamo sapere a che punto è la pratica, ma nessuno ci risponde".

Il santuario inagibile  Messe nel tendone  per i fedeli delle Vergini  "È ancora tutto fermo"

Il santuario inagibile Messe nel tendone per i fedeli delle Vergini "È ancora tutto fermo"

di Chiara Gabrielli

La chiesa delle Vergini, un tesoro storico-architettonico e meta prediletta del turismo religioso, è inagibile dal terremoto del 2016: da allora è chiusa e la messa si celebra in un tendone posto all’esterno, esposto al caldo e al freddo, oltre che a rumori e animali di ogni tipo. La parrocchia, guidata da don Fabio Olano, conta circa duemila fedeli. Sono trascorsi sette anni dalle scosse e i cittadini aspettano risposte. "Questa è la nostra casa, vorremmo rivederla, un giorno, riaperta e restituita alla comunità. Qui abbiamo vissuto la nostra vita, qui ci siamo sposati noi e i nostri figli. Quantomeno, gradiremmo avere notizie sullo stato della ricostruzione". La chiesa è anche santuario: oltre a rappresentare un punto importantissimo per la spiritualità, custodiva opere d’arte importanti, tra cui un Tintoretto.

Resta, dentro la chiesa chiusa, l’affresco della Madonna dei Vergini, chiamata Madonna del miracolo, mentre il coccodrillo imbalsamato è stato messo in salvo e ora è appeso nel corridoio dell’ingresso laterale della chiesa. "Come residenti e parrocchiani, abbiamo fondato un gruppo, ‘Pro Santa Maria delle Vergini’ – spiegano, tra gli altri, Guglielmo Parenti, Sergio Contigiani, Mario Montecchiari e Andrea Pennesi –, è nostro desiderio riavere questa chiesa meravigliosa. La cupola è a rischio crollo e dentro ci sono animali morti, oltre che il guano dei piccioni. I quadri? Li ha presi il Comune, alcuni li ha esposti e altri no. Tra questi c’è ad esempio ‘L’Adorazione dei Magi’ del Tintoretto, un beneficio non indifferente per l’amministrazione. Ancora oggi vengono comitive per vedere il coccodrillo e l’affresco con la Madonna della Misericordia, perfino dalla Norvegia. Poi però non possono entrare in chiesa perché inagibile". Si è fatta la messa in sicurezza esterna, grazie ai vigili del fuoco, e interna, in particolare sul tamburo sotto la cupola, svolta dalla Sovrintendenza. Il bene è demaniale, non dipende quindi dalla Diocesi ma dallo Stato, e ora, dopo vari passaggi, è tutto nelle mani della Sovrintendenza". Il 6 aprile, i parrocchiani hanno spedito una Pec: "Vorremo sapere a che punto è la pratica". Ma sono passati due mesi "e ancora nulla, nessuna risposta. L’abbiamo inviata alla Sovrintendenza e all’Agenzia del Demanio, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, al commissario Guido Castelli, al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, al governatore Francesco Acquaroli, al sindaco e presidente della Provincia Sandro Parcaroli, al comandante dei vigili del fuoco Mauro Caprarelli, al vescovo Nazzareno Marconi e al parroco. Una risposta sarebbe già qualcosa". Le condizioni in cui si celebrano messe, funerali, battesimi, confessioni, cresime, non sono delle migliori. "Non possiamo sopravvivere a lungo così – spiegano –, dispiace molto, anche perché abbiamo cercato di abbellire quello spazio. Ma è capitato che spuntassero topi mentre si faceva la prima confessione dei bimbi; entrano lucertole, volatili, insetti. Complicato anche per i funerali, spesso ci sono i rumori esterni e non si sente nulla, è davvero spiacevole". C’è poi l’aspetto economico. "D’estate è un forno e d’inverno freddissimo, per scaldare il tendone si spende parecchio. Poi, a volte ci piove dentro. Allestimento, riscaldamento e manutenzione sono pagati dalla parrocchia". Dulcis in fundo, il tendone ha preso il posto del campo da calcetto e pallavolo: "In un primo momento l’avevamo messo dietro la chiesa – dicono i parrocchiani –, ma dopo le scosse di ottobre i pompieri ce l’hanno fatto spostare, se fosse crollata la cupola l’avrebbe preso in pieno. Così, i ragazzi hanno perso l’unico punto di aggregazione. È assurdo, però, che si sia costruito un quartiere nuovo senza prevedere uno spazio di incontro per i giovani". "Ora, per i ragazzi organizziamo piccole cose, purtroppo non abbiamo spazi – spiega il parroco, don Fabio Olano –. È un grande dispiacere vedere la chiesa così, sono preoccupato, c’è un apparente disinteresse da parte delle istituzioni. Io sono arrivato da un anno ma qui ci sono persone che se ne sono prese cura per molto tempo, con tanti sacrifici, era la loro vita. Qui in molti si sono battezzati e sposati. Sarebbe d’aiuto se non altro avere delle risposte, ci chiediamo come mai non riescano a collaborare Sovrintendenza e ufficio ricostruzione. Non troviamo una giustificazione". "Un’ordinanza del commissario del settembre 2018 – fanno notare i parrocchiani – inseriva la chiesa tra le priorità per la ricostruzione. Ma poi non si è saputo più nulla". "Io sono nata in questa parrocchia – racconta Marisa Foglia –, qui mi sono sposata e battezzata e qui si sono sposati i miei figli. Siamo preoccupati perché vediamo che non si muove nulla, questo bene è importante non solo per noi, ma per tutta la città e l’Italia intera".

Un tempo c’era Santa Maria della Fonte (di cui oggi resta l’attuale facciata del cimitero), nel 1510 gli Agostiniani ottengono la fatiscente Santa Maria delle Vergini, probabilmente destinata al ricovero degli ammalati di peste. Nel 1548 parte la raccolta fondi e negli anni seguenti la chiesa prende la forma definitiva con Galasso da Carpi. Il miracolo dell’apparizione della Madonna a Bernardina di Bonino risale al 1548: si narra che la Vergine apparve alla ragazza chiedendo che i giovani facessero processioni ogni sabato verso la sacra immagine nella cappella. Sul coccodrillo invece ci sono varie ipotesi: stava facendo strage di animali e bambini quando, per intercessione della Vergine, un contadino la cui figlia era stata presa dall’animale lo uccise e in segno di riconoscenza lo donò alla chiesa. Secondo altri, fu portato da una Crociata. Più probabile che si trattasse dell’antica usanza di metterlo in chiesa come simbolo del silenzio.