Il Tar dice "sì" all’antenna in via delle Arti

Accolto il ricorso di Iliad. Il Comune aveva indicato un sito alternativo e ora valuta se rivolgersi o meno al Consiglio di Stato

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di Paola Pagnanelli

Il Tar dice sì alla nuova antenna Iliad in via delle Arti a Corridonia. È stato infatti accolto il ricorso della società telefonica, alla quale il Comune aveva proposto un sito alternativo. Il procedimento era stato avviato l’anno scorso, dopo che a luglio il Suap di Corridonia aveva negato l’autorizzazione per la realizzazione dell’antenna. Gli uffici si erano basati su quanto disposto dal piano antenne comunale, approvato nel 2008, e avevano suggerito un sito alternativo, di proprietà pubblica non lontano da quello chiesto dalla Spa. Ma i giudici, nel dare ragione a Iliad, scrivono di aver "da tempo chiarito che il potere dei Comuni di approvare regolamenti per il corretto insediamento degli impianti di telefonia mobile e la minimizzazione dell’esposizione della popolazione alle emissioni elettromagnetiche non si può tradurre in divieti generalizzati eo nella modifica dei valori di emissione che, per legge e per consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale, spetta solo allo Stato di fissare". Il Tar parla di "monolitico orientamento giurisprudenziale", secondo cui il piano antenne non potrebbe, in sostanza, impedire installazioni, per ragioni di ordine tecnico e per garantire la parità di condizioni di accesso al mercato per tutti gli operatori. Se non ci sono vincoli paesaggistici o problemi legati, ad esempio, alle interferenze con il traffico aereo, non si può vietare a un nuovo operatore di inserirsi nel mercato con tutti gli altri. Cosa che appunto sta facendo Iliad, società da poco arrivata in Italia e bisognosa di ripetitori. Non basta la presenza di un asilo o di un ospedale, per fermare una nuova antenna, ma servono concreti e precisi elementi di rischio, anche perché la telefonia è ritenuta un servizio essenziale. Dunque il piano antenne, che i Comuni sono obbligati a fare e che Corridonia sta appunto aggiornando, di per sé non basta. Su questa linea sono quasi tutti i Tar italiani, tranne quello del Friuli, secondo cui invece i Comuni possono indicare siti alternativi alle società, purché le condizioni tecniche siano simili. Nel caso di Corridonia, il Tar non ha valutato l’idoneità del sito alternativo proposto dal Comune. E su questo profilo ora l’amministrazione, assistita dall’avvocato Luca Forte, sta valutando se ricorrere o meno al Consiglio di Stato, anche alla luce del fatto che per legge le antenne andrebbero messe preferibilmente in spazi pubblici.