Il termovalorizzatore divide i sindaci "È già stato bocciato dalla Regione"

Si accende il dibattito dopo la proposta di Pezzanesi. Ciarapica: i no a priori non ci portano da nessuna parte. Capponi: "Uscita strumentale, chi propone un impianto del genere deve dire anche dove vuole farlo"

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di Chiara Sentimenti

"I termovalorizzatori creano meno problemi di una discarica". Le parole al Carlino del sindaco di Tolentino e presidente del Cosmari, Giuseppe Pezzanesi, sulla necessità di guardare avanti nella gestione dei rifiuti prendendo ad esempio esperienze già adottate in altri Paesi europei, ha riaperto il dibattito tra i sindaci del Maceratese. Nessun no a priori alla proposta, ma c’è chi come il primo cittadino di Treia, Franco Capponi, pone diverse criticità sul piatto. "Si tratta di un’uscita piuttosto strumentale se non corredata da un’adeguata analisi dei costi, per di più nelle Marche la termovalorizzazione non è prevista per legge – ricorda Capponi –, così come ogni forma di combustione di “materie prime seconde’’ (scarti di produzione, ndr). Ciò significa che nella nostra regione non si può fare energia con il calore. L’assessore regionale Stefano Aguzzi, inoltre, che è dello stesso partito del sindaco Pezzanesi, ha proposto una direzione contraria rispetto alla termovalorizzazione". L’assessore all’Ambiente della Marche, infatti, proprio in questi giorni ha ribadito che, nel piano regionale, non è previsto alcun termovalorizzatore, ma il modello di una discarica per ogni provincia. "Personalmente non sono contrario a priori – aggiunge Capponi –, ma nella nostra provincia è difficile trovare un territorio di scarso pregio in cui installare un sistema di termovalorizzazione, per cui chi lo propone dovrebbe anche prevedere la possibilità di farlo nel proprio comune, oltre a chiedere di cambiare una legge regionale che al momento impedisce la realizzazione di questi impianti. La vicina Regione Umbria ha autorizzato la realizzazione di un termovalorizzatore che, però, ancora non è in funzione perché non c’è una quantità di rifiuti tale da sostenerne i costi. Quindi, vista anche l’affinità politica delle due amministrazioni, si potrebbe aprire un dialogo per bruciare in un’unica struttura i rifiuti delle due regioni".

Non si dice contrario all’ipotesi di un termovalorizzatore nemmeno il sindaco di Appignano, Mariano Calamita che, però, si riserva ulteriori approfondimenti nelle sedi tecniche opportune. "Credo che una riflessione vada aperta così come hanno fatto altre amministrazioni in giro per l’Italia – commenta –. Ma servono approfondimenti da fare durante le riunioni dell’Ata". Ed è proprio durante l’ultima assemblea dell’Ata dell’altro giorno che il tema della termovalorizzazione ha cominciato a circolare nuovamente. Anche se, ciclicamente, è un dibattito che torna di attualità.

"Personalmente non sono un tecnico – conclude il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica –, ma ritengo che si debba avere il coraggio di aprire un confronto sul ciclo integrato dei rifiuti che guardi ai prossimi anni. Che si tratti di termovalorizzazione o altro, comunque, una riflessione va fatta. Va aperto un ragionamento che coinvolga i territori e la Regione visto che, proprio in questi giorni, l’assessore Aguzzi ha ribadito che la volontà dell’amministrazione regionale è quella di prevedere una discarica per ogni provincia. La politica dei "no a priori" tanto a cara a qualcuno non ci porta da nessuna parte, per cui è giusto parlarne e che ci sia un confronto su cosa vogliamo per il futuro".