
Delegazione di sacerdoti della Diocesi e alcuni studenti del seminario a Roma
I funerali di papa Francesco, oltre ad essere un evento profondamente intenso, sono stati un avvenimento mediatico di portata straordinaria e unico per la storia contemporanea che mai aveva documentato il rito della traslazione dal Vaticano in un altro luogo - basilica di Santa Maria Maggiore - di sepoltura. Fra le migliaia di persone presenti ieri a San Pietro c’era anche monsignor Nazzareno Marconi (nella foto con papa Francesco), vescovo di Macerata e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, insieme con una delegazione di sacerdoti della Diocesi e una rappresentanza di studenti del seminario "Redemptoris Mater".
"È stata una celebrazione particolarmente solenne – ha spiegato il vescovo di Macerata – e coinvolgente; tutti i presenti hanno espresso veramente che cosa sia la Chiesa: una comunità ampia, che parla tante lingue, ma che si rivolge all’unico Dio a nome di tutti gli uomini e invoca sulla Chiesa, mentre chiede per papa Francesco l’accoglienza in cielo, un tempo di serenità e di pace sul mondo". L’omelia del cardinale 91enne Giovanni Battista Re, è stata per il vescovo di Macerata assai significativa, soprattutto nell’ultimo passaggio in cui il decano del collegio cardinalizio ha detto: "Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi e anche i suoi incontri personali dicendo ‘non dimenticatevi di pregare per me’. Ora, caro papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza".
"Vedere i potenti del mondo (166 tra capi di Stato e delegazioni internazionali; ndr) insieme, compiere il rito di pace – ha concluso monsignor Marconi – è sicuramente un segno di speranza e, come ho già detto in una recente occasione, ci vorrà del tempo per capire fino in fondo la portata delle sue parole e dei suoi gesti".
Paola Olmi