"Il vino sfida la siccità: sarà una buona annata"

Ginevra Coppacchioli: l’altitudine e l’escursione termica notturna garantiscono una vendemmia di qualità anche se anticipata

Migration

di Lucia Gentili

"La maturazione tardiva, l’escursione termica notturna e l’altitudine garantiscono, in questo particolare terreno con il suo microclima, una vendemmia di qualità. La siccità segna il passo delle viti anche da noi, a mille metri, ma la raccolta dovrebbe essere nella media". Ginevra Coppacchioli, titolare dell’azienda omonima (biologica), ha 26 anni ed è approdata a Cupi di Visso per un "gesto d’amore" verso la famiglia e il territorio degli avi paterni. Nata a Lodi, da madre fiorentina e padre romano, ha vissuto per diverso tempo anche in America Latina, ma ogni inverno e ogni estate torna a Cupi, che considera ormai "casa", un punto fermo. "La nostra missione è coltivare in modo ecosostenibile la terra di montagna, favorendo la rinascita della cultura contadina in aree abbandonate" spiega Ginevra. Prima nel grottino della vecchia casa, diventata inagibile col terremoto, e poi dalla fine del 2019 nella cantina con mezzi di ultima generazione, produce anche il "vino del pastore". Oltre ai vitigni internazionali (come Chardonnay e Pinot Nero), nei suoi tre ettari c’è anche l’autoctono Vissanello, ultracentenario (clone, progenitore del Pecorino), nato nel vigneto più alto delle Marche. E’ stato recuperato da un terreno che testimonia un insediamento antico di viti. "Il terreno è già molto bagnato di per sé – afferma Ginevra -, ricco di sali minerali. Qui un tempo c’era l’acqua, tanto che spesso spuntano fossili marini e conchiglie. Dietro c’è stata una lunga ricerca, quando dovevamo scegliere in quale zona di Cupi impiantare le viti, e abbiamo coinvolto esperti e anche l’università di Camerino. La vendemmia di solito per gli spumanti inizia nella prima settimana di settembre, per i vini fermi nella seconda e per il Vissanello tra metà e fine ottobre". La Coppacchioli ribadisce di voler investire su questo territorio: "Stiamo iniziando a guardare anche all’estero, per tenere alto il nome dei Sibillini".