GIANCARLO MARIA FALCIONI
Cronaca

Il voto slittato in Consiglio. La retromarcia di Parcaroli

Due settimane fa il sindaco assicurava che si sarebbe arrivati al voto a gennaio: "Non si può lasciare un imprenditore nell’incertezza". Poi l’ennesimo rinvio.

"Non sono né favorevole né contrario, so però che bisogna dare una risposta, non si può tenere un imprenditore (Alberto Simonetti, ndr) nell’incertezza. Fosse stato per me, la risposta sarebbe già arrivata. Il consiglio comunale è sovrano. Io porterò la cosa in assise entro la fine di questo mese, poi vedremo quello che succede".

Era il 3 gennaio scorso, e in un’intervista al Carlino così si pronunciava il sindaco Sandro Parcaroli sull’ormai stucchevole dibattito sul nuovo centro commerciale a Piediripa. Tempo un paio di settimane, ed è arrivata la retromarcia: diversamente da quanto annunciato, il caso Simonetti non sarà all’ordine del giorno del consiglio comunale fissato per il 27 gennaio prossimo. "C’è ancora tempo", ha tagliato corto ieri il sindaco, sempre sulle pagine del nostro giornale. Per carità, rispetto a un dibattito che si trascina ormai da anni e che ha visto tanti – sia nel centrodestra che (soprattutto) nel centrosinistra – cambiare opinione, non è un rinvio di qualche settimana che farà la differenza. Ma resta il fatto che rimandando sine die le scelte (come sta avvenendo anche su altre questioni, dai rifiuti all’acqua), il Comune e il sindaco in prima persona fanno sì che la questione continui a trascinarsi, scontentando sia i favorevoli che i contrari al progetto, oltre che ovviamente Simonetti. Il tutto mentre il Partito Democratico, che con le sue amministrazioni aprì la strada al centro commerciale Simonetti, promuove sit in contro il progetto, vestendo i panni del paladino anti-cementificazione.

Allo stato attuale, in Consiglio non ci sono i numeri per far passare il centro commerciale. E una bocciatura esporrebbe il Comune a una richiesta di danni milionaria, che si aggiungerebbe a quella del caso Nuova Via Trento, con i giudici di secondo grado che hanno condannato l’ente a sborsare tre milioni di euro. Intanto Simonetti, dopo aver presentato un ricorso al Tar, ha fatto presente che "le alternative sono due. Nel primo caso, il progetto viene approvato e io ho tutti gli operatori pronti. Nel secondo caso, se il progetto dovesse essere bocciato, ognuno si assumerà le responsabilità perché chiederò i danni e la palazzina che ho ceduto in cambio e su cui l’amministrazione sta investendo. Si tratta di un risarcimento cospicuo e la Corte dei conti chiederà spiegazioni".