Illuminazione pubblica spenta, l’opposizione: "Revocare l’ordinanza"

Il sindaco Capponi: "Così risparmiamo circa 15mila euro al mese"

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Illuminazione pubblica spenta dalle 2 alle 6, l’opposizione chiede la revoca dell’ordinanza del sindaco di Treia. Ma il primo cittadino Franco Capponi (nella foto) spiega che si tratta di una situazione in via di sperimentazione nonché "l’unico modo per risparmiare". Il buio nelle ore notturne sta facendo discutere i cittadini treiesi e il gruppo consiliare Prima Treia chiede il ritiro dell’ordinanza. I consiglieri hanno anche chiesto la convocazione della Commissione Bilancio: "Studiando il documento e le sue ripercussioni abbiamo informato il sindaco e la giunta della nostra contrarietà, così come della nostra disponibilità ad assumere insieme anche scelte impopolari, a patto che si agisca con coerenza: non è possibile continuare a spendere denaro pubblico o pianificare l’acquisto di altri immobili, mantenendo però la città al buio in nome del risparmio". Secondo la minoranza, altri comuni avrebbero già fatto dietrofront rispetto a scelte simili e sostengono che ci sarebbe "il rischio di mostrare il fianco a contenziosi e a malintenzionati. Chi pagherà se dovessero malauguratamente verificarsi danni a persone o a cose?" Capponi precisa che la bolletta, per il Comune, è passata da circa 370mila euro a oltre 800mila euro e da qui l’obbligo di fare qualcosa per contenere i costi: "Ci siamo basati sulle indicazioni di Anci tra spegnimento notturno e spegnimento delle luci in alcuni monumenti. Però è una modalità in sperimentazione e soprattutto è l’unica che possiamo attuare come Comune perché già abbiamo trasformato l’impianto di illuminazione convertendolo al led. Così risparmiamo, con tre ore di sospensione, circa 15mila euro al mese e dal primo gennaio, quando le giornate si allungheranno, le ore di buio scenderanno solo a due". La maggior preoccupazione dell’amministrazione era relativa al rischio di attrarre malintenzionati e crimini ma "al momento non ci sono stati problemi. In secondo luogo, i sistemi di video sorveglianza, sono tutti funzionanti perché non hanno bisogno di luminosità". La commissione si riunirà dopo il 12 dicembre ma Capponi precisa che "l’amministrazione non vorrà scaricare sui cittadini eventuali maggiori costi energetici del Comune. Siamo inoltre in attesa di conoscere i contenuti della finanziaria. Con Draghi abbiamo ricevuto circa 120mila euro ma erano insufficienti. Nella proposta di legge che abbiamo letto non ci sono più di 350milioni a disposizione ma servirebbe almeno un miliardo. Bisognerebbe che i cittadini capissero che siamo in periodo di emergenza e quindi vanno prese decisioni emergenziali".

Gaia Gennaretti