Imprenditore viene assolto e scoppia a piangere

Era accusato di estorsione: in primo grado venne condannato, ora in appello il proscioglimento "perché il fatto non sussiste". Il processo è durato 12 anni

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di Paola Pagnanelli

Accusato di estorsione da due dipendenti, era stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione. Ma in appello è riuscito a dimostrare la sua innocenza ed è stato assolto con la formula più ampia. Alla lettura della sentenza, l’imprenditore si è quasi commosso per essersi tolto dalle spalle un macigno che portava ormai da 12 anni. La vicenda riguarda Francesco Di Domenico, noto titolare del caseificio "Il faro" che ha allevamenti a Mogliano e Porto Sant’Elpidio: si tratta di un’azienda con oltre 500 bufale da latte e venti dipendenti. A ottobre del 2010, l’imprenditore era stato arrestato dopo che due pakistani lo avevano denunciato, sostenendo che lui non volesse dare il trattamento di fine rapporto che spettava loro. Di Domenico – a detta dei due – li aveva costretti a firmare una dichiarazione nella quale gli operai assicuravano di essere stati liquidati di ogni competenza. In questo sarebbe consistita l’estorsione. Ma in tribunale l’arresto non era stato convalidato dal giudice Pannaggi, dopo che l’imprenditore aveva dato la sua versione: i due che lo avevano denunciato erano stati protagonisti di una aggressione a un clandestino, nei giorni precedenti, in azienda erano arrivati i carabinieri e i due pakistani erano stati denunciati, così lui li aveva licenziati. Gli operai avrebbero preteso comunque il tfr, che però il titolare non voleva dargli visto anche il danno che la vicenda – finita sui giornali - aveva causato al caseificio. Tuttavia, in primo grado in tribunale a Macerata Di Domenico era stato condannato a cinque anni di reclusione e a risarcire i due ex operai. Ma l’imprenditore ha fatto appello, e con gli avvocati Gabriele Cofanelli e Gianni Marasca, è riuscito a chiarire come fossero andate le cose. Gli avvocati Cofanelli e Marasca, nell’udienza di ieri mattina ad Ancona, hanno spiegato che l’imprenditore non aveva fatto nulla che potesse coartare la volontà dei dipendenti: non c’era mai stata alcuna estorsione a danno dei due dipendenti. La linea difensiva è stata accolta integralmente dalla corte d’appello, che ha assolto Di Domenico "perché il fatto non sussiste". Al termine del processo, che lo ha visto alla sbarra per dodici lunghi anni con un’accusa pesante, l’imprenditore è apparso visibilmente commosso mentre gli avvocati Cofanelli e Marasca hanno espresso la più ampia soddisfazione, sia per il risultato raggiunto che per una pronuncia "di certo improntata a profondo senso di giustizia".