"In arrivo a febbraio 80mila dosi di vaccino"

Acquaroli: "Ma basteranno a malapena per il personale sanitario. L’ospedale di Camerino riconvertito in base al piano pandemico"

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di Marco Belardinelli

L’incontro finale in un tavolo comune tra i sindaci dell’entroterra, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e alti vertici degli ambiti territoriali e sociali nonché dell’Asur come la direttrice Nadia Storti si è svolto ieri al Lanciano Forum. La questione della riconversione dell’ospedale di Camerino a Covid era al centro del dibattito, ma c’è anche un primo avviso per il nuovo anno: "80mila dosi di vaccino a febbraio, ma basteranno solo per 40mila persone a malapena per il nostro personale sanitario". La discussione inizia con le perplessità del sindaco camerte Sandro Sborgia che chiede le motivazioni che hanno spinto a questa scelta e il presidente Acquaroli che scinde tra le questioni politiche e quelle tecnico-scientifiche. "Non siamo convinti di tali scelte, perché le strade da prendere potevano essere diverse – dichiara Sborgia –. Erano previste le strutture private come possibile alternativa e per i 17 posti previsti nel nostro presidio vorrei sapere se davvero non ci fossero alternative". Il primo cittadino si chiede "come mai si toglie un presidio fondamentale ed unico ad un’area così vasta? Come mai non siamo stati avvertiti dello spostamento di personale al Covid center di Civitanova? A marzo abbiamo fatto fronte ad una riconversione in fretta e furia del pronto soccorso in una notte". Il pensiero di Sborgia è chiaro e contrapposto a quello di Acquaroli: "È la politica che deve operare delle scelte in periodo di emergenza". Il presidente, infatti, ha specificato come mentre il Piano socio-sanitario è un atto politico e di progettazione, il piano pandemico è un documento tecnico-scientifico redatto da sanitari e approvato dal ministero della salute: "Da presidente della Regione non farò mai pressione sui tecnici. Sono chiamato a dare indirizzi, non a pressare. L’ultima volta a Camerino ero stato chiaro – prosegue – finché la situazione non fosse peggiorata non avremmo toccato altri ospedali. La situazione è cambiata da 75 ricoveri in intensiva di domenica a 90 di oggi". Poi la notizia, in parte felice, dell’arrivo delle dosi per i primi 40mila cittadini tra pochi mesi. La direttrice Nadia Storti specifica che "si è tentato di salvaguardare l’ospedale camerte e abbiamo ritardato aprendo un modulo in più al Covid Fiera, dove ci sono medici anche di Inrca, Torrette e Marche nord, ma dove la maggioranza dei pazienti è dell’AV3". Sindaci delle valli di Potenza, Chienti, Fiastrone e Nera specificano come per una popolazione anziana non avere più un ospedale significhi altri rischi soprattutto in inverno e con il Covid non ci si fida a fare neanche le analisi. La Storti ammette che con Camerino si è cercato di andare incontro anche alla situazione tragica della casa di riposo di San Severino con decine di anziani positivi.